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"Lui fa delle fotografie e poi le trasforma in quadri. Secondo me lavorandoci sopra".
A questa geniale considerazione, la somma e la sintesi del lavoro dell'artista della fotografia, arriva la signora di fronte ad uno degli spettacolari panorami antartici proposti da Salgado nella mostra "Genesi", che vedo a Milano.
In realtà c'ero arrivato pure io che notoriamente non sono così brillante ed arrivo alle "illuminazioni" solo dopo un bel po' di rimuginamenti.
E poi la signora non parla con me ma con la Madama che l'accompagna, quindi...
Un altro vede in ogni corpo umano esposto, vestito o ignudo, a riposo o nell'estenuante fatica del vivere del proprio durissimo lavoro, la capacità dell'artista di estrarre da quelle povere carni la divinità, il suo essere Dio: "Vedi, dice alla querula signora che invece predilige i pinguini e gli albatri, questo è Dio, ne ha fatto Dio".
Dio...
Ora, dico io, la mostra è bella, ti tocca il cuore, rompe gli schemi attraverso l'illusione di una prospettiva multipla e falsata, ti arriva allo stomaco mostrando un monto sconfinato in cui l'uomo è solo un brutale, egoista granello di polvere. Ti esalta attraverso il bianco e nero dai confini nettissimi, ti sconcerta con gli occhi delle foche che si rivelano troppo umani.
Tutto vero, in verità.
Ma io è da tempo che alle mostre vado da solo. Per evitare, oltre ad azioni di disturbo che mi deconcentrano e non mi fanno godere del bello, di correre il periodo di scambiare opinioni fantascientifiche a voce alta, del tipo: "l'ornitorinco spiegò alla suffragetta"...
Le mie banalità voglio godermele tutte da solo.
2 commenti:
avevo postato un commento, Blogger ha fatto cilecca e ora l'ho perso. Fancu - bel post G un abbraccio
questo me l'ha postato quindi... bastardo!
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