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Sono cliente nel nuovo supermercato stellare aperto sotto la torre galattica del nuovo centro direzionale di Milano.
È un tripudio di luci, luminosità, pulizia. Non c'è calca ma c'è affluenza, perché la comodità di questo punto vendita è innegabile. Certo non è un iper, e dei prodotti mancano, ma è l'ideale per la spesa settimanale "senza trucco e senza inganno". E poi vuoi mettere che è a due passi da casa? E nel parcheggio coperto trovi sempre posto? Insomma, vado quasi tutti i fine settimana.
E come me tantissime coppie omosessuali: soprattutto di maschi. Li vedi, belli come il sole, che fanno la spesa trascinando carrelli debordanti di cose sane o di sovrane schifezze... Suggerendosi o escludendo fermamente prodotti dai carrelli. Esattamente come tutte le altre coppie.
Qui sono in tanti a venire per la spesa, tanto che a casa, mentre raccolto i sacchètti per andare in missione, chiedo: "Andiamo a fare la spesa alla Coop o all'Arcigay?".
Chiaramente mi mandano subito a quel paese. Voi sapete quale. Ma poi vengono qui all'Arcigay.
Non sono il solo ad averlo notato, ma più o meno bisogna avere il prosciutto sugli occhi per non accorgersi che il pubblico "di tendenza" è vasto è variegato.
Sabato scorso, mentre ancora deambulavo per il reparto frutta cercando di capire "cosa e perché", vedo entrare la famiglia felice, papà, mamma e figlio decenne. Belli, poderosi di stazza, ma non grassi, lei con un completo sovrastato da una collana dalle palle dalle dimensioni imbarazzanti, un paio di orrende "scarpe comode" dal colore grigio ratto, che nulla hanno a che fare con gli altri colori. Forse le necessitano per un nascosto alluce valgo... Gli altri due ben vestiti, stile benestante un po' fanée.
Entrano uniti fisicamente, senza un carrello per l'accumulo, senza un cestino per la cernita, e fanno massa avanzando lentamente, guardandosi intorno. Ricordano da lontano quella pubblicità degli incontentabili, ricordate?
Lei si piega subito verso l'orecchio del marito e sussurra coprendosi la bocca con la mano, in modo che il figlio non senta...
"È una cosa incredibile! È pieno di GAY!", spalancando la boccuccia pittata per far risuonare la "è" di gay nello sfiatare del sussurro.
Peccato la senta pure io...
Ecco, anche lei è una cliente abituale.
2 commenti:
carino questo post, fino all'esclamazione della tonfa provinciale.. LA prima parte mi ha fatto ricordare quando costruirono il grande supermercato nel quartiere Marina a San Francisco. Credo fosse un Wholefoods ma più probabile fosse un normale Safeway maggiorato le l'affluenza del quartiere. Si diceva che era un pick up place dove i singles di owni sessualità (era San Francisco dopo tutto) andavano ad imbroccare. E perchè no, meglio che ai bar; il super è meglio illuminato, sei sobrio e vedi anche cosa mangia l'altro, così è meno probabile di pentirsi il giorno dopo. Se poi ci sono quelli che ci vanno come allo ZOO, beh se non altro si sentiranno degli estranei...
Certo, vista l'affluenza ma... in realtà ho impressione che non si tratti affatto di una cruising area, ma di un posto che serve tante persone del "settore".
Forse si tratta solo di una comodità di trovare tutto quanto serve nel pienissimo centro di Milano.
Per l'altro scopo conosco l'esistenza di altri supermercati... neppure così distanti da quello!
Ahahahahah!!!
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