giovedì 30 gennaio 2014

FUMO DAI MONTI



fotomiafattadame

La cosa che mi piace di più nelle montagne innevate è lo sbuffo di neve che vien via dalla vetta, tirato per aria dal vento.
Belle anche le piste, i colori degli sciatori che si trasformano in puntini mano a mano che scivolano in basso, le fiammate della luce riflessa, purissima. L'odore secco dell'aria.

Basta. Per il resto la poesia finisce qui.

Perché il bambino russo seduto a tavola per la colazione a 5 stelle - qui le stanze son tutte pietra, legno e vetro, le lenzuola ricamate - non riesce a trattenere il rutto. La mamma finge solo una rispettabile indignazione.

Perché il gruppo di sciatori seduti per lo spuntino di metà mattina al rifugio, tutti maschi alfa, non riesce a non parlare di visite prostatiche. Si sa che la virilità prevede una maschia e severa lontananza dal contatto con l'ano: il vero "uomo" si vanta di non aver mai visto il proctologo.
Bizzarro però, che prima di rimettere gli sci ai piedi, uno dei leaders del gruppo si stacchi per attaccare bottone con me che niente ho a che fare con loro.

Perché al tavolo dove pranzo, gli svolazzi di neve sulle cime si vedono dai finestroni, ma tutta la poesia rimane assente, anzi si allontana, mantenendo la conversazione su giudici, giustizia e avvisi di garanzia.

Ecco. Finito il pranzo mi alzo e mi rimetto fuori. Fingo di essere soddisfatto, faccio un veloce reset e mi concentro sulla neve.




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1 commento:

ignominia ha detto...

la ragione per cui non frequento posti fighi come mi pare di capire fosse il tuo albergo, è proprio quella della gente che la frequenta. Sono poco schietti, sempre in cerca di fare più impressione degli altri. Mi sono sempre sentita poco a mio agio in quei posti, e pensavo fosse perchè mi sentivo non all'altezza, ma mi sa che è perchè come te sento puzzo di pretenzioso lontano un miglio. :-)