domenica 29 dicembre 2013

CADEAUX



fotomiafattadame

Per regalo, a Natale, ho ricevuto un gel da barba che, come un film di cattivo gusto, s'intitola: " SUL FILO DEL RASOIO".

Temo, andando in farmacia, di trovare la crema anti-emorroidale "SULL'ORLO DEL BARATRO".


venerdì 27 dicembre 2013

RUGGITI



greenme.com


Natale.
Tutti hanno diritto ad un regalo.

E siccome che pure io faccio parte dei "tutti", mi guardo in giro e trovo temibili numeri di regali possibili. Tutti più o meno costosi, ma se proprio devo scegliere...
Ne faccio una lista e la metto da parte.

Poi, proprio la mattina di Natale, al lavoro, scopro l'impellenza di ricevere non una cosa, ma un atto di cura da parte del prossimo.
Volo tutta la mattina faccia a faccia con i passeggeri della prima fila che sbadigliano stanchi, provati dalle grandi manovre della vigilia. Passi il primo, si sorvoli sul secondo, non si faccia caso al terzo, ma dopo di quello l'epidemia di sbadigli è incontrollabile.

E allora mi viene naturale dimenticare la lista e chiedere un regalo speciale a tutti i genitori impegnati nell'arduo compito dell'educatore. Anche a quelli senza polso che ti dicono a bordo: "Glielo dica lei cosa fare, che a me non ascolta", che a questa affermazione mi verrebbe da chiamare i Servizi Sociali...
Lo chiedo perché l'imprinting è un'alchimia che si gioca tutta in tenera età, con l'esempio e con le beccate di correzione: come facesse di preciso Darwing non lo so, ma è certo che attraverso internet lo si possa scoprire facilmente.

Quindi ecco la misera richiesta; il pacchetto senza fiocco da scartare per Natale; la scarsa scodella di zuppa calda per l'anima:
per favore, v'imploro, insegnate fin da piccoli ai vostri pargoli che quando si sbadiglia una mano davanti alle fauci spalancate è d'uopo.
Lo chiedo perché son stufo di contare capsule, di constatare la buona salute della trachea o la pulizia delle mutande degli uomini e delle donne adulte che mi siedono davanti....
Stufo, stufo, stufo.

Quando la stanchezza produce i suoi effetti e non si è proprio soli soletti in una stanza chiusa e senza finestre, evitare di prodursi in ringhi e estroflessioni mascellari mi pare il minimo richiesto.

Anzi sviluppo un breve elenco di motivi per i quali è richiesto il minimo sforzo sindacale di sollevare braccio e avambraccio e coprire le labbra:
- Colpi di tosse
- Starnuti
- Sbadigli
- Postumi di visite dal dentista
- Conversazioni con la bocca piena
- Pettegolezzi in presenza dell'interessato/a
-Telefonate in zone ventose.

Grazie. Mi renderete felice con poco e soprattutto GRATIS.


E non parlerò qui delle dita nel naso a cercar tesori perché quelle sono un capitolo natalizio a sé...
Buone feste.



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mercoledì 25 dicembre 2013

BUON NATALE E...

venerdì 20 dicembre 2013

A NATALE LE ROSE APPASSISCONO CON GARBO






A Milano piove da ieri. Anche qui è Natale e la bontà affiora da ogni cuore. L'anima umana pullola di buoni propositi, atti di fratellanza, le vecchie trovano posto a sedere sui tram, le rose appassiscono con garbo.

Sui vecchi tram della linea 5 gli scalini estensibili per salire a bordo sono di legno. Basta qualche goccia d'acqua in più, una suola di scarpa un po' liscia per renderli scivolosi.
Un signore scivola cercando di salire. Per fortuna non cade a terra, si rialza, impreca e sta bene. Per fortuna.

Commento della mia vicina di panca, anche questa in legno, la panca intendo...
" Per fortuna non si è fatto niente... Altrimenti restavamo bloccati qui per 10 minuti, come è accaduto l'altro giorno!".

Buone feste


Inviato da iPhone

lunedì 9 dicembre 2013

BILO...



fotomiafattadame


Il cartello appeso a sventolare sul corso trafficato dice che si vendono:

MONO
BILO 
e PLURILOCALI.

Se ne desume che esistano i:
MONOLOCALI
i BILOLOCALI
ed i PLURILOCALI.



Non ne sapevo nulla, dei bilolocali.

martedì 3 dicembre 2013

IO AL MARE E L'ADUA



agriporky.it


Anche al mare, d'estate, ero un bambino noioso.
Solitario, taciturno, per lo più impegnato a leggere i miei libretti per bambini che ancora conservo, incavato sotto lo schienale della sdraio di mia madre o seguendo l'ombra dell'ombrellone, piuttosto che intento a far combriccola con gli altri teppisti della spiaggia.

Del resto appena mi avvicinavo al gruppetto più prossimo, immancabilmente mi prendevano per il culo con tutti i nomignoli, di cui "brutto frocetto" era il più garbato. Allora perché andate a cercarsela?
Me ne restavo rintanato a far guadagnare l' Arnoldo Mondadori Editore con i suoi pocket Stella d'Oro, lontano da quegli stronzetti che non capivano che seppur frocio lo fossi davvero, ma ancora non lo sapevo, certo brutto non lo ero proprio.

Le volte che mi mettevo in spiaggia a giocare, facevo sghembi castelli di sabbia che non assomigliavano neppure lontanamente alle splendenti e colossali costruzioni stampate sulle confezioni delle palette e dei secchielli, che si acquistavano nei bazar lungo i viali. Il gioco dell'edificazione e pure le rifiniture alla Gaudi fatte colla sabbia liquida lasciata scolare tra le dita riunite a becco, erano rigorosamente riservate a me: nessuno aveva accesso al cantiere senza autorizzazione; naturalmente ne concedevo poche o punte.

Oppure costruivo piste per farci gare con le sfere di plastica che avevano all'interno le facce abbrustolite dal sole dei ciclisti del momento, Merx, Gimondi le più preziose, e qui non potevo non far partecipare altri al gioco. Eliminata la possibilità teatrale di scavare il circuito trascinandoci a vicenda fino a comporre il percorso perfetto, dopo averci rimesso qualche fetta di culo causa conchiglie taglienti, si ricorse all'uso di un attrezzo scavatore appositamente creato: un manico alla cui fine era un cerchio che scavava la pista, a cui era attaccato un sacchetto che raccoglieva la sabbia di troppo. Tutti i possessori di biglie avevano un de ces trucs là.

Così, mentre come ingegnere/costruttore mi rivelai subito una pippa, producendo ammassi stitici di sabbia disallineata, più simili ad accumuli fecali che a costruzioni vere e proprie, come giocatore nei circuiti di "bollini" ero decisamente bravino: vincevo spesso, le altre volte arrivavo secondo.
Gaudio magno, vittoria celebrata con la coppa gelato cioccolato/vaniglia, sguardi di sfida ai bulletti battuti.

Ma in fondo, a guardar davvero bene, mentre lo scopo del gareggiare in pista era conclamato, quello nascosto dell'edificare con la sabbia era tutt'altro che aspirare al titolo di "Dott. Piano in erba". Ergevo muri alla bell'e meglio solo per attendere che le ondate della marea che cresceva ne provocassero la distruzione.
Nulla sapevo all'epoca di tzunami e poco di maremoti, mente mia madre considerava quest'ultima categoria di disastri abbastanza interessante da intavolare lapidarie e spaventevoli conversazioni sull'argomento: "Dalle fiamme di un incendio forse ti salvi, dalla furia delle acque non hai scampo; perché l'acqua è cattiva!". Poi ci si stupisce che strepitassi come un pollo al macello ogni volta che provavano a mettermi in acqua...

Fatto sta che solo quando almeno la metà della costruzione sul bagnasciuga, difesa strenuamente, fisicamente dai piedi dei camminatori della spiaggia, era andata in pappa, mi ritenevo soddisfatto.
Il cento per cento non me lo aspettavo mai, o perché la marea non aveva portate atlantiche ed io non lo avevo calcolato, o perché arrivava al culmine dopo che io ero stato costretto ad abbandonare l'arenile per raggiunti limiti di tempo.



Scrivo queste cose come un saluto ed in ricordo della mia vicina/amica/parente Adua che da ieri non mi consolerà più con la sua presenza durata l'intera mia vita. Non mi ha mai giudicato per quello che ero e se l'ha fatto ha avuto il buongusto di tenertelo per sé.
Mi ha invece aiutato con consigli, abbracci e ricette, che per sempre saranno "la pasta frolla dell'Adua", "i fiocchi dell'Adua", "la crema dell'Adua".

Con lei ho condiviso l'amore per l'Adriatico e pochi giorni, pomeriggi in quei luoghi. Ma la sua voglia di vivere, la sua chiassosità, la sua generosità si adattava a meraviglia a quei luoghi romagnoli.
Grazie.


💐