venerdì 25 novembre 2011

LISTA REGALI 1


Visto e considerato che tanto c'è sempre qualcuno che mi considera una merdina, un stronzetto o merdaccia a seconda del punto di vista, e degli interessi correlati, perché non abbandonarmi allo sfizio del godere appieno della cattiveria che fin'ora ho tenuta a bada?

Ah che liberazione! Finalmente poter dragare nella Valle della Libertà dell'essere pessimi!
Che apertura di orizzonti! Quasi una danza liberatoria sulla cima della montagna in "Tutti insieme appassionatamente", con uno dei pargoli che finalmente precipita giù sul suolo Svizzero e Christopher Plummers così s'incavola e licenzia Julie Andrews mentre strilla, invece di sposarla dopo la pausa della clausura.

Se ci sono altri candidati si facciano sotto!
Organizzeremo un bel torpedone per tutti i "buoni ravveduti", non per andare a schiantarci in un posto che accetti un suicidio collettivo come suggerisce Arto Paasilinna, ma per spargere a pioggia gli effetti della stessa cattiveria in giro per lo Stivale.
Andiamo quindi a staccare le spine dei frigoriferi pieni zeppi di provviste per il cenone di Natale; andiamo a forare le ruote dei carrelli di tutti i supermercati; andiamo a scoppiare tutti i petardi preparati per il Capodanno sotto le finestre delle cliniche di chirurgia estetica in orario di operazione; partiamo ed andiamo a distribuire la "Torre di Guardia" nelle sale d'attesa delle banche del sangue; parcheggiamo sotto le finestre di quell'amico di scuola non proprio altissimo e spariamo lo stereo a palla con "I Watussi" di E. Vianello; usciamo con lo spazzaneve e improvvisiamo la pulizia di un paio di strade dalle auto in doppia/terza fila.

E via di questo passo, accettando suggerimenti a destra e manca. Facendo magari un sondaggio per riuscire a capire che cosa gli altri, i buoni, si aspettino dai nuovi noi, I CATTIVI!

Ma attenzione: i cattivi veri, agiscono per il gusto di dare piacere a se stessi e per mero interesse personale. Quindi aspettatevi da chi sceglie il "salto della quaglia" qualche scherzetto ve lo faccia...

In più: per quanto posso avvertire dentro di me, questa inversione ad U dalla teoria accertata della convivenza civile a quella incivile, non pare reversibile. Come i giubbotti in Jeans che di là hanno le cuciture a vista e non si possono indossare capovolti. Una volta passati di là ci si resta per un bel po'.

Non è detto che il cambio da "tanto carino" in "pecora nera", proprio a ridosso della feste più importanti dell'anno, soddisfi a pieno chi si è concesso tale cambiamento.
Ma sarà comunque un magnifico regalo di Natale per chi da anni aspetta di poter dire: "Te lo dicevo io che sotto quella faccia d'angelo, si nascondeva il demonio"!
L'unico regalo che si aspettano da voi.

Buona Pasqua agnellini cari!

foto da esprimeredissenso.blogspot.com

giovedì 24 novembre 2011

HAPPY THANKSGIVING

QUESTO NON E' UN BLOG DI CUCINA

(ma la prima celebrazione del Thanksgiving va ricordata).

Purea di patate, cavoletti di Brusselles, tacchino e ripieno.

Le salse per le patate (gravy) e la cramberry sauce erano già sul tavolo ma non ancora sul piatto...

Grazie Igno.

TUTTO IN PUBBLICO

Niente in privato. Siamo un popolo stregato da tutto quello che di personale si riesce a sbattere in faccia agli altri.

Però anche simpatici.

fatta io!

lunedì 21 novembre 2011

INOLTRO


Ricevo via e-mail e giro a voi perché mi piace. Ho il consenso dell'autrice:LIZ. Le parti, poche, in arancione sono mie e servono a rendere più comprensibile il testo estrapolato dall'intera mail.
Da parte mia ancora grasse risate.

it.wikipedia.org



"In compenso ti racconto il mio entusiasmo al cesso
di ieri, qui in un ristorante al Lago Maggiore. Finalmemte arriva il momento di versare liquidi e naturalmente non in Banca, data la miseria unificata al fulmicotone in casi di crisi, e questa è crisi, ma che lo dico affà(-n'culo) a chi ci ha messo in queste sorti,... A proposito ci vorrei proprio sortì, ma con l'accento sulla i.

Dicevo, mi reco in questa reggia di bagno ipermoderno dove in stereofonia passano delle canzoni abbastanza tristi e lassative. Finalmente è il momento di abbandonare questi strazii stereofonici, che non si capisce come, passano "Back in U.S.S.R. " dei Beatles.

Grrrrrraaaaaannnnndiiiiii!!!!
Mi metto a ballare nel bagno con un entusiasmo da esperta piroettatrice, dato che la prima canzone imparata a due anni era "Come together" dei Beatles e avendo una Mamma ex sessantottina non c'è da stupirsi.
Intanto arriva l'assolo di George Harrison che accolgo con un'ondata di giubilo senza pari e prendo una striscia di carta igienica muovendola sopra la testa a mò di lazo ed è qui che mi giro e trovo una Signora Tedesca che entra perchè il bagno lo avevo aperto prima di andarmene a fine radiostrazii, non aspettandomi la musica dei Beatles.
Menomale che data l'età era di sicuro un'altra fan sfegatata: al primo sguardo incredulo ne è seguito uno divertito e con un "Das ist gut" si è messa a saltellare pure lei a suon di musica.

Ci ha raggiunto il proprietario che ha ribadito che i cessi servono ad un'altra cosa, gli ho risposto
che anche un cesso può diventare entusiasmante, la Signora che era fuori ha aggiunto la terza battuta: "Allora anche io ho speranza!".

Guardate cosa riescono ancora a fare le canzoni dei Beatles.

lunedì 14 novembre 2011

ROMA


fatta io


Non so, sarà l'aria che continua ad essere tiepida e gradevole, sarà il sole in quest'aria tersa e brillante, sarà quello che è successo al Paese nelle ultime ore, ma a me pare che la gente sorrida un po' di più rispetto a qualche giorno fa.

Sarà che, sempre e comunque, le sensazioni personali dipingono un mondo diverso da quello che è in realtà. E' innegabile. Come quando si è innamorati e, si dice, si vede tutto rosa...

Lungo week end tra due treni.
Per passare due giorni a Roma ospiti di carissimi amici, abbiamo goduto, io e "quel signore lì", di quell'atmosfera che solo la Capitale sa infondere in una, anzi due di quelle sue giornate speciali di cielo limpido e di una primavera fuori tempo, ma non fuori luogo...
Peccato non aver potuto vedere tutti gli amici e tutto quanto era in esposizione, come era invece intenzione. Ma anche 48 lunghe ore non sono abbastanza.

Ma allora che abbiamo fatto? Ho passeggiato e mangiato.
Ho passeggiato. Non ossessionati dalla spasmodica ricerca di un riparo al fresco o al caldo ci si inebria l'aperto. Chi conosce Roma sa che certe giornate sono fatte solo per restare con il naso all'insù a cercare nuovamente il cielo nascosto dai muri, o quei rampicanti che, avuto il sopravvento sulla volontà dell'uomo, adesso fanno paesaggio più dei muri che ricoprono. O le fontane di marmo che richiamano inevitabilmente gente.
Ho passeggiato a godere i palazzi, i prati o quel frizzantino nell'aria che ti avverte che è meglio infilare la giacca anche se il cielo ti rimanda ad un caldo settembre, ad una fine estate non afosa.
Allora si scavalcano i ponti che portano all'isola Tiberina, con la sensazione di essere dei fortunati, degli eletti, per lo splendore del fiume che scorre pieno al di sotto, per i muri di mattoni rossi, per la pervicacia con cui i turisti riempiono ogni spazio utile della pavimentazione.
Oppure si viaggia sui Fori Imperiali inframezzati a tonnellate di corpi in movimento, che se si fermassero di botto, frenerebbero con stridore di gomme d'auto.

Roma non soffre ad essere calpestata, riemerge da sotto le suole e sovrasta ogni intruso; fa eco alle parole di stupore rimandando ulteriore bellezza; riflette gli sguardi catturati con l'arroganza di chi sa di essere stata l'unica caput mundi.
Ti accoglie ma non t'ingloba: devi nascervi per farne realmente parte, per acquisire quel modo di fare insieme sfuggente e cordiale che ti consente di demolirne la solitudine. Se vieni in visita ti fa la grazia di uno stupore infinito, ma inevitabilmente ruzzolerai sulla sua superficie fino alla tua partenza, senza scavarne le vera essenza.

Passeggiato e mangiato. Ho mangiato quasi senza consapevolezza dell'essere in città mentre il destino della Nazione si compiva attraverso gli abbandoni, i caroselli, le urla ed i trenini al ritmo del samba. Neppure una telefonata che induce alla festa mi smuoverà. Il "grande accusatore" se ne va, per il momento. C'è chi ha disapprovato l'allegria. Pur non avendovi partecipato mi guardo bene dal giudicarla negativamente.
Per quel che mi riguarda ero prosaicamente impegnato a tavola tra giri di torte meravigliose e riso basmati. La sera avanti cena giapponese di tempura chiusa da un trionfo di crostate.
Altri lussi che ripagano i trenini a cui non abbiamo partecipato: il sentirsi stretti ed accolti dal calore gratuito degli amici.

Alla fine si torna in provincia senza angosce, si prepara la cena e ci si immerge in quest'aria di piccolo e distante che chi vive a Roma può venire spesso a cercare qui. Perché alla fine di uno scambio di atmosfere si tratta: io qui, tu lì a provare a scambiarci la vita. Chissà se con il supporto delle buone maniere che l'invasione del territorio altrui richiede.

mercoledì 2 novembre 2011

UN PAIO A NOVEMBRE


it.forokeys.com


Passa ottobre, si girano le pagine dei calendari - doppio slurp per "manzo" con speck sul mio calendario illustrato dello studio - e tutto procede per il verso giusto.

Ad una mostra di arredamento e tecnologia per la casa incontro una cugina che non vedevo da... Una vita, non so dare una tempistica. Rifletto: ma se non mi avesse visto lei, l'avrei riconosciuta? Avrei ricordato il suo nome? Strane le ellissi che compiono le vite di persone che conosciamo: ellissi che s'allontanano e s'incrociano con la precisione e la dinamica che non ci è data di conoscere nei dettagli.
Scopro che ha una figlia di diciotto anni, un altro più giovane. L'uomo che l'accompagna, il marito, non lo conosco...
Non commento, ho la certezza che non capiti solo a me.

A proposito di ellissi, e di corpi che non si incontrano, in questo caso per fortuna, pare che possiamo dirci salvi dall'asteroide 2005 YU 55 che l'otto novembre ci sfiorerà ad una distanza folle, ma che per gli astronomi non ha la stessa valenza che ha per noi: 324mila chilometri. Comunque più vicino della Luna.
Luna che però è molto più grande, in quanto l'asteroide dicono abbia un diametro di 400 metri. Luna che a meno di un qualche cataclisma rimarrà costretta a girare in tondo attaccata alla gravità della terra per l'eternità.

E' la nostra piccola trottola; una vita dedicata ad un altro pianeta, a costringersi a porci domande, a forzarci a vincere la forza di gravità per raggiungerla, a far sospirare gli innamorati e a tenere le persone con la testa girata verso l'alto, qualche volta la bocca aperta.
Non ho un gran rapporto con la luna: la guardo con antica riserva e ammirazione, non la sento amica, l'ammiro perché non è un sasso qualunque depositato nello spazio ma ha poteri misteriosi ed innegabili sulla fisica terrestre e la fisicità umana.
A volte la vedo sorgere da dietro una collina che mi sta di fronte e su quella collina, fino a poco tempo fa, c'era una croce enorme, illuminata al neon: lo spettacolo era da apocalisse. Come il canto di riscossa di forze oscure pronte a scatenarsi durante la notte...
Ora la croce non s'illumina più: che l'Enel abbia imposto una tariffa insuperabile anche per la fede notturna? E lo spettacolo è più bello.
L'asteroide invece passa, lascia una scia di respiri di sollievo e chissà se lo incontreremo ancora. La luna, per fortuna, resta.