L'arrivo del freddo porta con sé un po' malinconia. E' quasi da bastardi dirlo, ma ora abituarmi a questo cambiamento climatico mi fa tristezza. Non sopportavo più il caldo, lo confesso, mi aveva anestetizzato alle emozioni, ma oggi mi sento un po' un automa. Allora ho deciso di fare qualcosa di estremo.
E l'ho fatto, lo confesso. Ho preso il coraggio a due mani e l'ho ucciso. Il lievito naturale, naturalmente. La pasta madre. Lo dovevo accudire come un bimbo. Cambiare ogni tre giorni la farina, oppure usarlo d'obbligo. Ed era solo un lievito, non un bimbo. E' stato un compagno di viaggio e l'ho portarlo con me in vacanza nascosto dentro la valigia in stiva, che in cabina non me lo facevano portare. Ha visitato frigoriferi di altri, e ha fatto amicizia con pietanze sconosciute ai più. Ho dovuto fare attenzione che non s'inacidisse come una vecchia padrona che viene contraddetta, se stava troppo al caldo, o non "cresceva" per il troppo freddo, dal momento in cui mi è stato donato come una cosa preziosa. E in realtà lo era... Peccato per lui. L'ho amato ed usato fino a che non mi è venuti sulle palle: le focacce ed il pane fatti con lui erano una rogna di programmazione, ma erano buoni ed aciduli come si conviene.
Poi ho scoperto che non l'usavo più. Era finito un feeling. Troppo pane mangiavo se lo mettevo in forno. Troppo spesso buttavo via farina solo per mantenerlo vivo.
Quindi l'ho terminato dentro il sacchetto dell'umido.
3 commenti:
RIP - riposa in pace Lievito Naturale 2011. Dio ci scampi il prossimo autunno dall'essere nei paraggi quando ti troverai nello stesso stato d'animo per il cambio temperatura... Ci potremmo trovare con le tue mani alla gola o a dir meglio nel cassonetto dell'AISA! Bel post Meli
credleg
La fine di una storia d'amore mi intristisce sempre. Ma poi penso,e se dentro il sacchetto dell'umido ricomincia a crescere e diventa una specie di blob?
Al contrario della pasta madre voi dovreste opporre una fiera resistenza se mai tentassi di terminarvi all'arrivo dell'autunno... Ma per stare al sicuro dalla mia mania di rinnovamento è bene cogliere l'occasione al volo di allontanarsi preventivamente come dice Igno.
Bella l'idea della vendetta del lievito che cresce come un blob. Non oso pensare che cresca tanto da ritornare al suo posto. Un incubo. Una specie di feticcio infinito come "La Luisona" di "Bar Sport" di Stefano Benni. A proposito, ne hanno ricavato un film. Andrò a vederlo per celebrare il primo libro che ho letto dell'amatissimo Benni.
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