Un tal signor Dustin Zito, cercatevi le foto in internet perché quelle interessanti sono osé, e quindi non mi va di finire nella lista di quei blog che per accedervi ti fanno cliccare sul bottone, "sono uno sporcaccione e so di esserlo", bottone messo lì solo per incuriosire i guardoni, invece di proteggere i bambini e i perbenisti, poi, per trovarlo, basta solo mettere il nome nel motore di ricerca preferito, vi ricordo che quello del Nostro Premier è "Gogol" ....
Insomma, il signor Zito, eterosessuale convinto e con una femmina fidanzato, e altrettanto convinto partecipante ad un reality show in U.S.A., si è pagato gli studi all'università, mettendo in mostra via cam, il proprio "cannellone" - al dente - in un sito a pagamento ad orientamento gay.
Ebbene, direte voi?
Ebbene nulla.
Mi ha fatto solo ridere il nome del protagonista della NON notizia.
E l'amara indignazione di alcuni blogger "di settore" - gay - nel riferirla...
Come se ci fosse l'obbligo di onestà intellettuale anche quando pratichi commercio del piacere. Come se ogni rapporto a pagamento prevedesse l'orgasmo di entrambi i partecipanti e non la possibile, probabile finzione di uno dei due, di solito quello che riceve denaro in cambio della prestazione.
Ma perché indignarsi?
Innanzi tutto non ci viene detto a che età il bel "faccino cannolato" ha iniziato la professione, ma si VUOLE sperare che sia stato maggiorenne. Altrimenti il reato è garantito.
E poi il gioco praticato mi pare giocato con una base così sporca, da apparire chiaro, limpido e lampante di per sé: "io do una cosa a te e tu dai una cosa a me". Illusioni sessuali in cambio di denaro sonante. Tutto qui. Se poi quella cosa che viene data in cambio, qualunque essa sia, non viene concessa a noi... Pazienza. Ci saranno altre occasioni per incontrare un bel faccino.
Invidiosi di tutto il mondo consolatevi con la notizia che viene da Jeddah: lì verrà costruita il grattacielo più alto del mondo nei prossimi cinque anni. La "cosa" sarà alta UN CHILOMETRO e pare richiami un progetto mai realizzato a Chicago di Frank Lloid Wright.
Non ci è dato sapere se si tratta di una torre di uffici o di appartamenti o di un connubio.
Certo è che andare a vivere su a un chilometro di altezza mi pare un po' da rincoglioniti.
Non credo che le finestre si apriranno a quell'altezza, quindi per una boccata d'aria ti tocca fare tutto il percorso fino all'eliporto che pare piazzato a metà struttura; un'occhiata alla macchina parcheggiata in seconda fila comporterà l'uso del binocolo; in caso di vento ti si spostano tutti i soprammobili Swarovski sui tavolini da fumo; e la mattina, per accompagnare i bimbi a scuola, ci vorranno almeno di 5 minuti in caduta libera per arrivare a piano terra, livello scuolabus o al garage dove tieni il la Rolls Royce, livello raggiunto immancabilmente chiazzato della colazione che i bimbi avranno vomitato nell'ascensore...
Ma la vita non è già abbastanza dura per aggiungervi tutto questo? Il prestigio vale la candela?
E se dopo aver speso un bel sacco di milioni di petrodollari per vivere sopra le nuvole uno si accorgesse che soffre la cortina di nuvole che ti divideranno eternamente dal pian terreno? E se ti hanno fregato e ti hanno venduto il piano dove stazionano costantemente le nubi? Lo trovi un altro che ti ricompra l'attico?