Bimbi miei che delirio!
Avete presente voi che vivete in città quegli strani animaletti che si vedono ormai solo sui libri dei bambini, che di solito piazzano alla lettera effe e hanno il nome di farfalla?
Ecco, quelle. Le farfalle.
Essendo sprovvisto per sopraggiunti limiti di età di una nonna che vive in campagna e mi accoglie i fine settimana per una full immersion nella natura, io non ne vedevo da un pezzo e mi ero quasi dimenticato della loro esistenza. Poi cammino per un bosco e mi appaiono svolazzanti, lievi come fiocchi di neve, ai lati del sentiero.
Son dovuto salire fin su sulle Dolomiti per rivederle dal vivo. Neppure tantissime. Neppure molto variegate in colori e grandezze. Però presenti. Vivaci. Battagliere.
Tranquille a spartirsi i fiori con quelle isteriche delle api, loro srotolano la loro "lingua di Menelik" e si ripassano l'infiorescenza con la tranquillità di regine. Quando le più feticiste di loro non si fissano in maniera imbarazzante sui piedi nudi del mio amico...
Per chi come me vive in città l'ultima opportunità di vederne è quando quelle piccole, malefiche bianche ti si mangiano la lana nell'armadio costringendoti a ricomprare i maglioni ed investire in altrettanti costosi sacchetti puzzolenti, che più che le tarme respingono il genere umano; o quando apri lo sportello delle farine, da troppo tempo chiuso, e le vedi volteggiare allegre per il vano e non, come vorresti, incollate al cartoncino doverosamente attaccato all'anta e devi gettare tutto nel secchio dell'unido, pasta secca compresa; o ancora quando, sempre quelle piccole e bianche - le farfalle bianche cittadine devono essere le più bastarde - ti girano intorno ai gerani e ti comunicano danzando che la tua fioritura da balcone sta andando in malora. Dopo una settimana dall'avvertimento non avrai più un fiore da far penzolare giù dal balcone...
Stabilito che le farfalle piccole e bianche sono portatrici di rotture di coglioni, mi godo le colorate di qua facendo attenzione a non scacciarle o schiacciarle mentre mi arrampico per raccogliere le fragoline di bosco, unica specie vegetale che è consentito raccogliere a mano, insieme a mirtilli o nocciole. Il resto NON SI TOCCA. Multe salate dietro l'angolo per pigne, fiori di campo e funghi senza permesso temporaneo.
Desolato nel non poter raspare tutto via come chiunque vorrebbe fare seguendo l'istinto animale, in presenza di tanta abbondanza e varietà, mi concentro nella ricerca e raccolta di altre specie. Consentita la cattura ed il consumo delle farfalle-salsiccia, delle farfalle-polenta, di quelle formaggio, speck, funghi al tegame, uova con speck ed altre infinite varianti, ma soprattutto della meravigliosa farfalla-strudel, che qui svolazza sui piatti lasciando zucchero filato come traccia di sé, mi ci lancio senza cerimonie. Ma soprattutto senza sensi di colpa.
Slurp.
Inviato da iPhone di Giampiero Pancini