giovedì 29 marzo 2012

VARIAZIONI D'AUTORE A PRIME DI PRIMAVERA




Da Ignominia, con permesso di pubblicazione

PRIME DI PRIMAVERA






fotomiefattedame

lunedì 26 marzo 2012

NON ANDARE IN GIRO "DEBOSCIATO"


lombardiabeniculturali.it


In questo momento l'immobilità non mi dispiace.
L'unica sarà fare il biglietto "wellcome to Schettino way" per raggiungere l'Isola Grande per pasqua. pasqua è con la maiuscola, così: Pasqua.
Indegno ateo! O peggio: ignorantone illetterato!

Che poi dipende dai punti di vista capire quale insulto è peggiore dell'altro. Se si pratica quella strana religione fatta di sensi di colpa, tutti quanti riservati al credente è certamente peggio lo sbagliare, non per caso ma di proposito, lo spelling delle parole che hanno una valenza sacra. Se invece si è, come me, un credente distaccato, ma così distaccato da non poter essere neppure considerato un credente, peggio la seconda.

Ricordo che quando, dopo la prima classe delle scuole superiori interruppi gli studi per scelta di vita e conseguente scelta lavorativa, leggevo tutto quanto mi capitava sotto mano, soprattutto libri, come a voler colmare un gap tra me e chi studiava, che sentivo solo io; volevo dimostrare che anche senza diploma potevo interloquire quasi da pari con chi il diploma l'aveva. Ero degno di essere frequentato comunque.
E devo dire che a volte il senso d'inferiorità non fa tutto 'sto danno. Anzi!

Ma parlavo d'immobilità e dicevo che forse la nave è la cosa migliore per me. Mi sembrerà di non essere partito e di non aver abbandonato una situazione che un po' di cura la richiederebbe, ma che so altresì si trasformerebbe in una normale situazione di malanno felino, senza pericolo alcuno per la di lui vita se solo rinunciassi a partire. Allora la nave va bene. L'aereo solo in caso di bisogno di un rientro immediato.

Il gatto rompe con la sua malattia. Non lo fa apposta, lo so. Ed ogni volta che devo fare le valigie, che ne senta o la voglia, o la necessità, si mettono in moto tutta una serie di automatismi mentali, sensi di colpa, malintesi sensi di responsabilità, rogne pratiche da gestire. Ce la faremo a fare tutto.

Se volessi però potrei portarlo con me nel bellissimo porta-enfant firmato Gucci che mi compererei all'uopo, in un negozio ad un isolato da qui. Viaggerebbe verso l'Isola Grande comodo, coccollato ma soprattutto griffato. Una meraviglia che a suo tempo fu comperato per portare in giro Chanel, la figlia Totti/Blasi. Solo pochi spiccioli meno di seicento euro.
Uno spreco inutile? Dipende se c'hai la borsa da abbinare, in quel caso è un must. Mica puoi andare in giro sciatto, scusa?! O andare in giro "debosciato" come dice mia zia, che stravolge appena appena il senso della parola.

E siccome con seicento euro ci faccio la vacanza comprensiva di regalo di ringraziamento per chi se prenderà cura del gatto, lascio la griffe e vado in giro con le mie valigie non coordinate e assolutamente "debosciate".

mercoledì 21 marzo 2012

ROMANTICHERIE


fotomiafattadame


Stamani centro benessere.

In mezzo alla campagna, tra il verde del frumento che cresce, gli ulivi e i ruscelli che scorrono.
Che su da me, lontano dall'Isola Grande, i ruscelli son secchi che più secchi non si può. Ed il rumore del loro scorrere lo puoi sentire solo se metti su un CD new age e chiudi bene le finestre.

Qui invece il centro di meditazione è all'aria aperta. Cammini col coltello in mano e raccogli il finocchietto selvatico per le prossime abbuffate di pasta con le fave e coi carciofi. C'è qualcuno che spinge per raccogliere anche verdure a foglie verdi per altri scopi culinari, ma io mi concentro su quello che so riconoscere, il resto è erba che mi distrae dallo scopo.

Mentre mi ritrovo da solo su una costa ripida ascolto il frastuoni degli uccellini e il ruscello. Mi guardo intorno sollevando la testa dalla terra ricca e umida: nessuno. Qua e là solo qualche pala di fico d'india che tende al formare un boschetto. La campagna è coltivata, gli ulivi potati, i sentieri per i trattori tracciati. Ma non c'è anima viva. Ho la strana sensazione di fare un salto indietro nel tempo.

Cosa meglio dell'aperta campagna e una splendida giornata di sole ad inizio primavera, può trascinare un'anima romantica verso sogni di vita ideale?

Immagino solitudini cercate, natura madre e matrigna, ritmi circadiani immutati.
Immagino la vita di qualche centinaio di anni fa, lontano dall'opprimente presenza umana di questi anni... La immagino sorridendo e mi dico che qualche centinaio di anni fa, a quest'età, sarei già stato terriccio per piante in fiore; se già nel 1920, l'aspettativa di vita per un maschio bianco europeo era di poco più di 50 anni figurarsi nel fantasticato 1700...
Mi crolla il sorriso dalle labbra.

Mi ripiego a tagliare finocchietto, godo il momento, respiro e mi dico che mi va bene vivere in quest'epoca. Parecchio bene.

venerdì 16 marzo 2012

PERSONAL DOCTOR


fotomiafattadamedelmiogatto


L'impatto era stato violento, drammatico un anno fa.

La veterinaria usando pochissime parole mi aveva fatto un cazziatone terrificante non appena le avevo consegnato il gatto con crisi urinaria. Mi aveva trattato come l'ultimo dei padroni accusandomi d'incuria e leggerezze per aver dato al mio gatto un po' di cibo fuori dieta, così da invogliarlo a mangiare per la maggior parte del tempo quelle schifezze insapori che doveva mangiare. Mi accusava in più di farlo uscire così da non controllarne le feline ingestioni - a quanto capimmo, una volta uscito,lo stronzo fuori ripuliva tutte le ciotole del vicinato. E me lo disse con aria inferocita. "Se poi me lo deve riportare così, eviti di perdere tempo con le diete". Feline, intendeva.

Riuscì ad arginare quel fiume in piena sbattendole in faccia che proprio quella mattina in cui mi presentavo col gatto servito al sangue sul vassoio in bellavista, io avrei dovuto essere a bordo di un aereo per le mie ferie, e che avevo passato tutta la notte al telefono ed al computer per cercare di non perdere tutte le prenotazioni fatte per quella vacanza. E relativi soldi.

Mi rese il gatto sanato quasi ringhiando. Secondo me progettando anche di mandarmi i servizi sociali once a week.

Adesso, dopo che da quel momento ci siamo praticamente visti col gatto che faceva da chaperon, praticamente tutte le settimane, è nato l'amore.
Se non l'amore il rispetto.

Ci vediamo e parliamo. Anzi è lei che mi parla e mi racconta, tra puzze di animali e disinfettante.
Ah ah! Il sublime senso di colpa lavora a mio favore?!
So del nonno che non sta molto bene, della cugina che lotta con una malattia cronica, ho seguito con apprensione gli sviluppi delle sue crisi da raffreddore e lei le mie.
Perché in un anno di frequentazione continua un po' di confidenza ci sta.
Non fosse altro che per ingannare il lungo tempo - calcolato in impazienti minuti felini - che richiedono le flebo sottocutanee a cui Pallino si sottopone NON di sua spontanea volontà.

Io, per mio conto, che di senso di colpa non avevo ragione di provarne, ho iniziato ad apprezzare e comprendere certe sue intransigenze. Del resto visto quanto pago a settimana per curare il gatto, sarebbe inutile poi tornare a casa e rimpinzare il peloso di prosciutto cotto, petto di pollo e fegato - suoi alimenti preferito a giorni alterni. Apprezzo la sua preparazione, il fatto che lavori come un mulo in uno studio dove i capoccioni stanno spesso la computer, e che infine abbia capito quanto tengo alla bestia ingrata che abita con me.

Adesso, mentre mi presento allo studio medico, spero di trovarvi lei. Ci sa fare col peloso. E lui da lei si fa fare quasi di tutto.



ULTIME DAL PURGATORIO


fotomiafattadame


Il tutto, alla fine, non era che un'influenza. La covavo, la covavo e alla fine è... scappata dall'uovo.

Tutto quel sentirsi un coperchio sbattuto troppe volte contro la serranda di una banca chiusa di Buenos Aires, era solo l'inizio di una discesa agli inferi del raffreddore, della tosse e di una leggera febbre. Leggera la bastarda, che rimane lì a strascicare senza arrivare all'acme.

Etcì! Salute, grazie, prego.

Inferi... Ma non esageriamo! Piuttosto una piccola, breve indisposizione al purgatorio.
Ma noi maschietti siamo così. Noiosi a prescindere quando stiamo male. Pure io che riesco a trovare qualcosa di positivo anche nella malattia, ieri sera, con voce opaca e tremula, mi son sentito dire al telefono al mio uomo: "E facciano pure queste analisi del sangue! Vediamo se non salta fuori qualcosa di grave...".
E sì che dovrei solo ringraziare per aver buttato giù in due soli giorni 900 gr. del tonnellaggio personale, standomene comodamente a casa.

Non si può ascoltare. Infatti poi mi son messo a ridere della mie stesse parole.
Avevo 37,5 di febbre e già pensavo al peggio. Ma si può?
Sì, si può.

Etcì! Salute, grazie, prego.

Mi consola il fatto di non essere solo. Ho appena telefonato a quello che in teoria doveva essere mio ospite per i prossimi due giorni, ma che in pratica si è fatto prendere anche lui dalla febbre, con tutti gli annessi e connessi che non sto qui ad elencare, e lui è ancora più palloso di me: non vuole stare a casa, non vuole avere la febbre, vuole uscire, si annoia, LUI non c'è abituato... Perché bellino, noi sì?

Abituati fin da bambini a sentirci potenti ed invincibili non possiamo sopportare che una forma di vita inferiore ed invisibile interferisca col nostro risplendere nel mondo.

Etcì! Salute, grazie, prego.

In questi casi che si fa?
Si legge fino a che gli occhi dolenti non ti costringono a smettere e poi si guardano parecchi film, fino a che non ti rintontisci d'immagini. Ho visto:

1. Another Gay Movie The Sequel: voto 7 perché mi fa troppo ridere;
2. C.R.A.Z.Y.: voto 7 perché non ho capito troppe cose;
3. Orwell 1984: voto 9 perché è incredibile per ambientazioni, colore, interpretazioni e rughe degli attori di quell'ormai lontano periodo pre-botox;
4. In The Mood For Love: voto 6 perché l'ho visto tre volte e continua a non dirmi niente;
5. Personal Effects: voto 8 perché c'era Michelle Pfeiffer e quel gran tronco di figo di Ashton Kutcher;
6. L'Ultimo Terrestre: voto 9 perché il genio di Gipi è alto, parecchio alto.

E via così fino a che non passerà.

Etcì! Salute, grazie, prego.

Passerà?
Passerà!


lunedì 12 marzo 2012

RIMEDI


noimamme.it



Non c'è che dire: alle porte della primavera mi ritrovo con un fisico da cestinare.
Quando ti si pianta la carogna sulle spalle è un disastro.

Probabile epicondilite noiosae al braccio destro, venerdì mi tocca migrare per una ecografia che confermerà i dubbi del medico; mal di gola tremendissimus con tanto di sensazione di marcio nel tubo e voglia di ingerire l'idraulico liquido.

Più che del medico ho bisogno dell'esorcista. E che sia bravo, please.

Intanto, visto che la prima sessione di ultrasuoni potrebbe essere prevista a novembre - non scherzo, questi sono i tempi a meno che non mi faccia 40Km ogni giorno per andare in Val Tiberina per le applicazioni - mi sono armato in erboristeria di Artiglio del Diavolo e Boswellia, due antinfiammatori muscolo scheletrici, e appena riesco a metterci le mani sopra, dell'omeopatico Ruta 30CH, perché per le farmacie di qui l'omeopatia risulta ancora un metodo stregonesco ed empirico di cura. E' un classico che qualunque cosa tu chieda, la signorina in camice ti guardi sorridendo e ti risponda: "Va ordinata". "Nova!", rispondo sempre io, procurandomi un'occhiataccia che esprime tutto il disprezzo per me e le mie cure alternative, ma soprattutto inutili!
Calma, calma, lo so che manca l'ARNICA; ce l'ho in pomata, tsè.

Tutta questa conoscenza viene dal WEB per l'omeopatia e dalla mia erborista e con questo spero di riuscire a sconfiggere i tempi lunghi delle ASL locali. Lo so che non si tratta di un caso disperato e d'emergenza, ma io vorrei tornare in tempi brevi a sollevare le bottiglie d'acqua senza sembrare un incapace di intendere e di volere.

Perché che ci fa se alzi il gomito come se sembrassi rinco? Ci fa, ci fa! Credetemi.

Poi volevo segnalare due cose della massima importanza per il bene del Paese:
1- Lapo è rimasto fermo in autostrada senza benzina: pensavo che le Ferrari, come le altre macchine, avessero un indicatore del livello del carburante, ma a quanto vedo non ce l'hanno. Devo cambiare la macchina - ;-))) - questo è un motivo in più per non comperare quell'auto...
2- finalmente ho raggiunto quello che ritengo il prezzo più alto da me pagato per una bottiglietta d'acqua gassata da mezzo litro: EURO UNO E CINQUANTA. Avevo troppa sete per tirarla in faccia al barrista, ma a quel prezzo potevo darmi del più economico Tavernello. La prossima volta che esco a leggere in quel parco mi porto dietro la mia. O muoio disidratato. Lo giuro.

giovedì 8 marzo 2012

FRITTURE MISTE


unsalottonelweb.net


Ma che voto aveva Pupo a Italiano alle medie?

No, lo so. Forse esagero... Forse dovrei farmi una bella sforbiciata di cazzacci miei, tanto per restare sul francese, ma possibile che uno debba deprimersi anche entrando in libreria?

Io entro in libreria per vari motivi. Prima di tutto per acquistare i libri - "ma va?!" direte voi; poi per respirare quell'aria che sa di carta, quindi di buono; poi per godere di quei monticelli di libri accatastati che visti da lontano sembrano lo skyline di una megalopoli cinese, Hong Kong?, tutti impilati e accatastati come appartamenti su decine di piani. Infine entro per perder tempo e nel contempo curare i dolori dell'anima: niente è sedativo della sofferenza quanto la promessa di delizia che viene dalla copertina di un libro.

E allora questa non me la dovevano fare. Io che il libro lo amo e lo rispetto, lo curo e lo coccolo, ne provo rispetto e profondo terrore, questo non volevo vederlo.
Invece c'è. Esiste. E' vero. E' il libro di Pupo Enzo Ghinazzi. Alla sua seconda opera... Stavolta non ci allieta con le sue bravate di giocatore/scommettitore, ma ci narra una storia: un giallo? Un thriller? Un libro...

Della serie basta apparire in TV per avere diritto a uno spazio in vetrina. O peggio: basta apparire in TV perché ti pubblichino un libro.
Che scorno, ragazzi. Dopo le varie Clerici e le sua storie del concepimento e della gravidanza - ecchissenefrega? -, dopo le autobiografie della Barbara D'Urso - ecchissenestrafrega? -, dopo la strepitosa narrazione della propria depressione della Pivetti - idem - a dimostrare che le case editrici puntano parecchio sui personaggi, arriva Pupo. Che nella foto in copertina si presenta con un paio di seriosi occhialini da vista.

Poi, dopo di lui, chi ci sarà? Gerry Scotti che ci parla dei retroscena biliosi de "Chi vuol esser Milionario"?
E l'amico Emanuele Filiberto, com'è che non ci delizia sulle stravaganti vite degli ex regnanti italiani? Oppure lo ha fatto e me lo sono perso?
E se facesse un bel romanzo fantascientifico anche la Filippa Lagerback? Perché no?! Se Pupo pubblica un giallo chi è le, la figlia di nessuno?

Lo so, lo so. Ero dubbioso anche affrontando il primo di Faletti poi ne ho comperati quattro... Ma ora ho smesso. Di comprarli intendo.
Magari anche Pupo si dimostra un bravo narratore e anche da me avrà la sua parte di diritti d'autore. Mai dire mai.

Però continuerò a preferire Franzen, piuttosto che Ammanniti, piuttosto che Bellow, Bennet, Vassalli, Allende, Vargas, etc. etc. etc.. Insomma gli scrittori veri. Quelli che più o meno fanno quello di mestiere che siano Kinselle o Garcii Marquez non mi importa. Basta che non abbiano come base del loro essere presi in considerazione e poi pubblicati, il volto televisivo.

I suddetti mi scatenano una rabbia diversa anche se fanno libri brutti, perché posso pensare allo spostamento d'asse narrativa dello scrittore. Ma posso pensarlo della Clerici?

Uffa, come me la rendono complicata la vita!


martedì 6 marzo 2012

EVENTUALI


fotomiafattadame


Come altre volte mi fermo davanti al computer e penso: "Sarebbe il caso di postare...".
Ma a prescindere dalla buona volontà e del tempo a disposizione potrebbero mancare le idee.
Questo sarebbe il vero fatto grave. E non è detto che non ci si arrivi.

Mi guardo in giro e cerco spunto dai miei libri. Ma a parte il fatto che non ho molto da dire al riguardo, quello che mi ispira di loro alla fine lo metto giù su Anobii.com, sono sempre impantanato su un tomo di quasi 800 pagine. Finalmente ne vedo la riva opposta. E' a pochi colpi di remo e non è detto che non riesca ad attraccare nelle prossime ore. Poi c'è una lista di libri in attesa praticamente infinita e che lievita come la pasta madre... Ma quella maledetta, la pasta madre, non l'avevo fatta fuori dopo il terzo viaggio in aereo?
Il tomo da traghettare è uno scritto oscuro, doloroso, esaltazione della negazione della realtà, bellissimo a tratti, inutilmente lungo in altri. Un fiume in piena di parole su più pian temporali e assenza di conversazioni: i personaggi non parlano, narrano per capitoli mai interrotti, le questioni vengono sviscerate per pagine per arrivare alla radice del dolore dell'autore e cercare di isolarla e devitalizzarla. Un bravo a Grossman. Ma anche a me.

Penso allora alla mia giornata e ritengo che non sia avvenuto molto di importante, da raccontare. Tranne una rapina a mano armata subita nel pomeriggio dai signori da me convocati a registrare la chiusura di una finestra che aveva fatto entrare freddo per tutta la stagione polare appena conclusa - conclusa? - che se ne sono andati via col malloppo di 30-eurini-30 per un lavoretto di 5-minutini-5.
Ma si sa: dobbiamo tutti campare. Fattura, grazie.

Frugo nella mia vita e anche lì non mi pare che si siano create eco così persistenti da poterle narrare con dovizia di particolari, tali da ricevere l'interesse del lettore.
Allora sposto l'attenzione sul piano della vita nazionale; lì c'è di buono che Marco Travaglio, sullo spunto della morte di Lucio Dalla, ha fatto un bell'articolo per spingere la classe politica italiana a prendersi la responsabilità di rappresentare anche quella percentuale di elettori che vivono storie di un amore "sbagliato" e di far finalmente arrivare alla discussione in aula una legge decente per regolarizzare le coppie di fatto, magari anche quelle dello stesso sesso... Altrimenti si muore all'improvviso, senza aver stilato un testamento ricattatorio che i parenti siano costretti a rispettare e... Chi resta non ha diritto neppure a rimanere nella casa dove si è abitato e diviso una vita.
Dall'estero un servizio fotografico - una galleria degli orrori - riguardante un libro fotografico che ha riunito scatti di volti e corpi rimaneggiati dal chirurgo: non ci dicono il perché degli interventi. Ma pur avendo fatto assumere ai trasformisti pose classiche, quasi copie di dipinti rinascimentali, il risultato sotto gli occhi di tutti dimostra che la bellezza resta quella classica, quella donata più da madre natura che dalla ferocia dell'uomo.
M'incanto sempre a vedere quello che la parola "bellezza" può significare per gli altri. E per questo mi domando dopo aver visto il film "Histeria": la nuova faccia di Rupert Everett che ricorda a malapena quella precedente, a cos'è dovuta? E' stata una scelta libera o la costrizione di una malattia? Sarà altresì costretto a indossare quella barba per sempre?

Infine un rapido pensiero a chi parte per un po'. Non a lungo. Ma parte. Spero di riceverne comunque i commenti sagaci e le opinioni da lontano. Bon Voyage.

Passo e chiudo.

venerdì 2 marzo 2012

MAGLIA DI LANA


ortopediebaldinelli.it




Che la maglietta della salute non fosse un toccasana per l'erotismo, neppure per quello autogestito, lo si sapeva da tempo.
Milioni e milioni di parole sono state spese sull'importanza di un intimo sexy e non pecorigno se ci si preparava ad un incontro che avrebbe potuto portare ad un... qualcosa in più. Oltre al togliere di mezzo le magliette di lana, mai perfettamente bianche, le bastarde, ma sempre gialline, opachine, tristine anche appena scartate, i miloni e milioni di parole ci consigliavano pure di controllare che non ci fossero buchi da dover coprire con contorsioni non tantriche, o da giustificare con un fantomatico assalto da parte di uno stormo di tarme scappate dallo zoo, sulla strada per il ristorante.

Ma la maglietta di lana, a partire da una certa età, io l'ho indossata, lo confesso. E d'inverno è davvero difficile che la smetta. Abbraccia, accoccola, riscalda le membra rinsecchite dal freddo.
Ieri sera, pronto a partire per raggiungere due amiche in un locale che fa serata gay once a week - e pensare che tutto questo avviene ad Arezzo!!! - mi son guardato allo specchio ed è bastata un'occhiata per capire che lo scafandro di lana sotto a camicia e felpa, proprio non ci andava. M'imbolsiva. Mi faceva più Gabibbo di quanto non lo sia in realtà. Oltre alle trippe mi appesantiva l'anima. Una tristezza senza senso.

Così, colto da afflato giovanilistico, ho tolto lo scafandro di lana e re-indossato il tutto: invece che "l'ippopotamo Pippo" allo specchio sembravo un fringuellino smilzo dopo un invernata di neve e ghiaccio. Miracolo degli spessori! Miracolo delle cose che ricominciano a scorrere sulla pelle dopo essere rimaste impigliate nelle fibre "di base". Insomma: MIRACOLO, sembravo magro.

Sono uscito e sono andato al locale. Preso una birra, bevuta con le amiche mie, fatto due chiacchiere e infine avvicinato da un ventunenne al quale ho dovuto spiegare che quando lui nasceva io... Ero già partito per Roma per il mio secondo lavoro...
Non ci potevo credere: tolta la maglia scatenato il rimorchio.
Sogni senili belli e impossibili.
Quello di essere molto più magro di quello che sono - e non sono grasso!!!.
Quello di essere ancora attraente per qualcuno dopo anni e anni di uscita dal mercato della carne.
Quello che la mattina dopo una birra in un locale non ti faccia male la testa come accadeva anni fa. E invece ce l'hai confusa e appannata manco ti avessero drogato.
E altri ancora.

Ma intanto ho deciso. Mai più maglia di lana. Manco sotto la tormenta. Morirò congelato ma sexy.