venerdì 29 aprile 2011

E MARE FU

giovedì 28 aprile 2011

FOTO COMPROVANTE E STORIA


Ecco il risultato del pomeriggio di sole mancato:


Un intero catino di CAPONATA-INA.


E una storia di guerra.

Una gentile signora accoglie a pranzo il nipote per parte del marito.
Il giovane arriva in provincia da Palermo e sicuramente è affamato per il viaggio, oltre che per i disagi alimentari a cui tutti sono soggetti durante la seconda guerra mondiale. Sud, centro e nord.
Viene in provincia per riparare dalla guerra? Non si sa.
Quanti anni abbia di preciso neppure, ma essendo giovane, si tratta certamente di una buona forchetta.

Il che va a contrastare con le problematiche dell'epoca: IL RAZIONAMENTO.
Il pane bianco che non si trova e quello di Tumminia che ci si vergogna a mangiare in pubblico perché di colore scuro.
Il pericolo della fucilazione se si va al mulino con il grano da macinare e si tratta di grano che NON si dovrebbe possedere.
Intanto i magazzini sono pieni di orzo e la mancanza di consapevolezza che fosse un prodotto alimentare edibile agli umani lo fa riservare agli animali.
Le campagne sono piene di cibo ma c'è solo la borsa nera per aggirare i razionamenti.
Ed altro. Insomma tutto quello che è più o meno noto a tutti.

Fatto sta che con tutte le ristrettezze presenti, il parente va accolto comunque bene.
Gli viene quindi preparata una CAPONATA ed una volta a tavola il giovane mangia con gusto sia l'intingolo che il prezioso pane offerto.
Mangia e tanto.
Non dimentica però di prodursi in ringraziamenti e complimenti verso la padrona di casa: quello che sta gustando è davvero gustoso, delizioso, sopraffino.
"Grazie, grazie, grazie!".

La padrona di casa osserva elegantemente atterrita il deglutire del nipote che tra un po' avrà finito le scorte di pane della casa per fare la scarpetta a quell'intingolo ed onore a chi l'ha invitato.
Togliere l'insalatiera dalla tavola ed arrestare la razzia, non se ne parla. Eppure quello che era stato preparato era costato faticose ricerche di materia anche lì in campagna.
Ma tant'è: lo sgarbo di interrompere il pranzo non lo si può fare. A costo di rimanere senza pane e companatico il resto della settimana.

Intanto che il nipote mangia si complimenta ancora. "Ma come si chiama questa delizia"?

"Futti-pane", risponde con padronanza linguistica e di sé la padrona di casa.

mercoledì 27 aprile 2011

SPIAGGIA IN CUCINA

Per tutti coloro che prevedevano il costume...
La notizia è questa. Io mi sono dato alla caponata.

Partì, ormai sette giorni fa, sospinto anche dal desiderio di buttarmi in costume su una qualunque spiaggia isolana. Non pensai al bagno, no, quello era chiedere troppo. Ma ad un po' di sole tra le dune pensai di poter aspirare.
Ero o non ero giunto nel tempio del sole?

Dai locali giunsero previsioni incoraggiati.
Inclusi quindi nel bagaglio un bel costume nero castigato, per l'adamitico ci sarebbero stati altri tempi e luoghi in futurama.

Oggi, sconfortanti da tanto grigiore umidifico che, ahimè ci tenea lungi dai lidi, ci siam buttati sui fornelli, a destinazione Caponata. Mia suocera dice Caponatina. Ma la distorta dizione è ammessa perché a farla saremo noi. Non lei.

Ingredienti:
Melanzane a dadini
Pomodori a pezzetti, spellati e senza semi
Sedano
Menta odorosa
Basilico
Capperi sotto sale ma abbondantemente lavati
Olive enormi senza nocciolo
Cipolle fetenti tagliate in due modi diversi
Uvetta
Pinoli
Olio per friggere
Sale e pepe
Zucchero
Aceto bianco.

Quando avrete finito di pulire, tagliare, affettare, cuocere, soffriggere, friggere, bollire questo ambaradan d'ingredienti non vi verrà neppure in mente di guardare le previsioni del tempo per capire se il giorno dopo sarà giorno da mare.

Garantito.


Inviato da iPhone di Melinda

giovedì 21 aprile 2011

CODA DI CORTESIA

Che possa essere in coda per imbarcarmi sul naviglio non è una novità. Anzi.
Però questa è la prima volta che quello a fianco alla mia, seduto nella sua macchina, suona la tromba...

Adesso ha smesso perché aveva dimenticato di fare l'accettazione prima di accedere alla banchina e quindi ha riposto l'ottone, chiuso la macchina ed è corso in biglietteria.
Però prima suonava pezzi di Nino Rota e Ennio Morricone, ogni tanto apriva lo sportello e svuotava il boccaglio dalla saliva e poi riattaccava.

Non suonava granché ma almeno faceva qualcosa di artistico nell'attesa.
Mica come me che perdo tempo sul tastierino...

Di solito nelle code pre imbarco si colgono i nervosismi più disparati ma non le vene artistiche. Vecchi con la vescica flebile che reclamano un WC, bimbi da esorcizzare che bramano libertà, diversamente pazienti che non ne possono più.
Niente pittori, chiromanti, cantanti, fotografi, chiropratici.

Stasera ci regalano la tromba a celebrare un sole oversize precipitato in mare troppo presto.

Spero solo che non rompa gli zebedei stanotte. Potrei divenire io diversamente pacifista.
Ma se farà un concerto in coperta al freddo notturno del mare sarò lì.

A presto.


Inviato da iPhone di Giampiero

KLF - DAL 1992


Ero MOLTO più giovane, ero alloggiato all'Hotel Selene di Pomezia e dividevo la camera con Claudio "Bisteccone" .
Eravamo lì per seguire il corso base per assistenti di volo Alitalia ed ogni mattina, mentre litigavamo con cravatte, giacche, piega dei pantaloni, lezioni da risentire e il poco spazio vitale, mentre l'autobus che doveva portarci in aeroporto aspettava, la TV trasmetteva immancabilmente questa canzone.
L'ho ritrovata finalmente. Buon salto nel passato.


mercoledì 20 aprile 2011

ISTERIX NUCLEARIX


Che sia tutto fatto per seguire l'onda emotiva del momento io ci credo.
Che sia fatto in buona fede... Ho i miei dubbi.

Parlo della moratoria governativa annuale sul piano atomico nazionale che di fatto, ha fatto saltare il referendum. Il secondo sullo stesso argomento. E ha messo a rischio il quorum per gli altri due, uno dei quali, quello sull'acqua pubblica, che resta importantissimo.
Non parlo dell'altro perché provocherei una reazione viscerale. Invece è tornato il momento di usare la testa e ragionare. Non ne posso più di esseri incazzati tanto per essere incazzati. Di urla e di gente che non vede più in là del proprio naso e delle proprie convinzioni.

Ora il rischio qual'è?
E' quello appunto che: visto che il nucleare per ora non si vota, perché perdere tempo con le altre "pinzillacchere"?

Così tra un anno ritirano fuori la storia nucleare per usare il cemento della camorra e a quell'ora l'eco di Fukushima si sarà spento e ci prenderemo la barra senza fiatare.
Intanto l'acqua continueranno a venderla a chi gli pare e che non può rimetterci per legge, e il "legittimo impedimento" non sarà abrogato.

Con un colpo solo tutte 'ste cose. Dei veri geni. Genii... Com'è il plurale di genio? Ho chiesto a internet e mi dice con una "i" sola, ma se intendo géni di genetica devo mettere l'accento.

Ma dove sta il conquibus? Sta nel fatto che il mio vicino ha dimenticato la luce accesa del balcone da tre giorni. E a me sta un po' sulle scatole fare tutto il risparmioso e il rispettoso, quello che mette le ciabatte dietro ad ogni elettrodomestico per non consumare più del necessario, quello che ha il 98% di lampade a basso consumo in casa, e lo fa per una questione di rispetto visto che i soldi per bollette più salate li avrebbe, che non avendo figli questo pianeta una volta finito lui può andarsene a puttane, quando a due passi da casa mia ci vive un coglione che non si trova il deretano neppure con la luce accesa; e che di figli ne ha già messo uno al mondo.

Se proprio dobbiamo costruire le centrali, non facciamolo per certi idioti. Perché lui è uno, ma quanti "uno" ci sono in giro?
E le scorie tutte a casa loro.

martedì 19 aprile 2011

DELIRIO POMERIDIANO




A parte il 730 tutto bene.
C'è il sole, poco rumore, tra poco parto per l'Isola Granda, ora esco e faccio due passi... Se non fosse che da stamani dimentico le cose come un rinco qualunque, va tutto bene.

Palle! Prima della passeggiata devo riuscire a mettermi in contatto con la commercialista per portarle i tre, ripeto 3, modelli C.U.D. che quest'anno devo produrre e poi mi metto in fuga. Scappo più che altro perché tre modelli C.U.D. corrispondono a quattro pagine l'uno per due copie, una per me una per lo Stato; per un totale di 24 bei fogli di carta da buttare al cesso. Se fossi un attivista di qualche linea verde particolarmente incazzata m'inseguirei solo per questo.

Non è che va male, respiro, focalizzo, immagino. No, la testa riparte per conto suo.
Respiro, respiro, focalizzo...
Va meglio ma ancora ci devo lavorare.

Va bene, va bene: ci sono cose che vanno benissimo. Esempio: ieri sono arrivato alla tecnologia digitale DIVX grazie ai consigli di amici e un po' alle insistenze di tutto il mondo. Sono contento della scelta - il prezzo della macchina da riproduzione era così basso per una qualità così alta che... - ma adesso devo organizzarmi con i dischi da "bruciare". Ho un po' di films da passare su disco. E stamani sono stato alla Coop ma mica ci ho pensato? NO.
Vedi che sono... Confuso? Distratto? Stanchino?
Bene, ci torno oggi dopo la passeggiata perché ho voglia di mettere in funzione la macchina.

Ieri sera ho finito con fatica di vedere il film Oscar "Black Swan" per capire se valeva la pena salvarlo oppure no. La risposta è NO. Niente di più barboso ha molestato la mia serata da tempo immemore. Un film fisico, esposto, che rimane in testa per la crudezza del dolore inferto al corpo, per il sangue in bella mostra. Nessuna ferita, trauma, sutura, urto, strappo ci viene risparmiato. Anche la seduta del chiropratico la fanno diventare invasiva e oscena. La protagonista è da Oscar? Possibile, il film no.
E qui sorge la domandina bastarda: é possibile che da una tal barba riesca a nascere un'interpretazione da Oscar? Ma tant'è. La Natalie Portman se l'è preso, l'ha infilato nella sporta, l'ha faxato all'agente che da ora in poi è autorizzato a chiedere cachet esorbitanti per ogni suo film, ed in fine l'ha messo a prender polvere insieme alle tazze da tè del servito buono nel salone.
Ma scusa, perché questa cosa va annoverata tra le cose che "vanno bene"? Perché era una cosa lasciata a metà ed ogni cosa conclusa è un peso in meno.

Poi cos'altro va bene?
Il gatto ha ripreso vita e finalmente esce nel parcheggio anche se con un andatura da nonno micio.
I "Manuale delle Giovani Marmotte" che ho acquistato su e-bay è arrivato integro insieme a quello di Paperinik.
La spedizione domenicale al mercatino di beneficenza ha portato in biblioteca 5 libri praticamente nuovi per soli venti euro.
C'è chi è più sclerato di me dal desiderio di verde e giardini, e se ne costruisce pure uno in macchina. Vedi foto e consolati Mel.
La terza lettura de "The Secret" mi soddisfa assai.

E basta.

Perché poi inizio a scrivere questo post ma nel blog di Ignominia e non nel mio. Ritorna indietro, fai copia/incolla, cancella.
Poi ho scritto sul mio e ho pubblicato la bozza che era una bozzissima, cioè ben lontana dal risultato pubblicabile. Manco il tasto giusto riesco a schiacciare... I commentatori attenti mi fanno giustamente notare che quanto pubblicato rassomigliava parecchio al vaneggiamento di uno schizofrenico. Fai copia/incolla, cancella, crea bozza.
Nel frattempo ho dimenticato di andare a ritirare i formaggi prenotati stamani che spero non mi abbiano venduto, altrimenti in Sicilia porto il gruyere e mi tocca spacciarlo per pecorino toscano. E di accendere il forno dove lievita la focaccia da troppo tempo e ormai, invece di farsi cuocere, vive di vita propria. Per cuocerla devo riacciuffarla.
Poi, per mancanza di concentrazione, non son riuscito a leggere neppure due pagine mentre mi ero riproposto di farlo per almeno un'ora. E di ripartire con le lezioni di francese. E questo mi porterà a partire con un carico di libri insopportabile... Va be', tanto vado in macchina.

Altro? Certo che c'è altro. Ce n'è, ce n'è! Ma me lo tengo per me. Altrimenti chiamate la neuro deliri.
Io vado a letto, sperando che il reset del sonno serva a farmi vedere la vita in maniera più serena e lucida domattina.
InboccaallupoMel.

SFUGGITO DI MANO

Nel post che mi è scappato volevo metter bene in chiaro che in questo periodo soffro di una evidente forma di rincoglionimento.
Infatti invece di salvare ho pubblicato.
Tolgo di torno e ripenso all'argomento.
Poi, forse, pubblico in versione definitiva.

PS: non mi sono dato all'alcool....

mercoledì 13 aprile 2011

CENTRO STORICO

La mandria di scolari, anche piuttosto educati oserei dire, si srotola disunita. Evita altre mandrie. Le sorpassa. Si piazza al comando e rallenta, bascula, arranca di fronte all'erta.

"Perciò l'Arezzo (squadra di calcio) va forte professo' (sta in C 1) : con tutte 'ste salite...".
Dice il bamboccio con bianchi occhiali da sole, capello a semi-cresta nord meridionale, circondato da due giovani pulzelle adoranti strizzate in jeans elasticizzati.
Insieme devono essere i più belli della classe. O almeno lo credono.

Non gli stemmi medicei lo colpiscono, non le guglie ardite e posticce del Duomo. Non le case improbabili dove nacquero poeti patrii. Ma le scoscese strade del centro.

Sempre meglio di niente. Nella geografia post-elementare di quella mente semplice, magari Arezzo non ha una precisa collocazione. Ma l'Arezzo A.C. un posto in classifica sì.


Inviato da iPhone di Melinda

domenica 10 aprile 2011

MIO MARE

Del mare mi colpisce sempre l'odore, prima del rumore e del ricordo.

Fin dal parcheggio, da dove il mare non si vede, c'è la certezza della sua presenza per l'aria che cambia. Diventa frizzante anche nei giorni di afa. In fondo la "frizzantezza" è un odore. Allora sbatto il bagagliaio dell'auto colto da repentina fretta che mi fa trangugiare anche il caffè, non riuscendo a capire perché debba ancora aspettare prima di incontrarlo.

È l'odore dei giorni in cui si arrivava all'alba di fronte alla casa che avremmo occupato anche per un mese intero di vacanza. Seppur rigorosamente lontano dalla spiaggia per spendere di meno, l'alloggio non riusciva a camuffare la presenza dell'imponente massa d'acqua in attesa e in movimento. In attesa e in movimento.

Poi mi colpisce il rumore. Meglio se c'è vento. Ogni altro suono viene spazzato via per lasciar posto al richiamo delle spume, dei gorghi, delle paure che mi spingono a sedermi ed ammirarlo, come se quella massa potesse finirmi tutta quanta addosso.
Resta passeggiando, invece, lo scricchiolio delle conchiglie a tappeto sotto le scarpe. Il vento che passa tra un tirante di una vela. E quello che immagini si intrufoli tra i pali delle piattaforme di estrazione al largo.

Infine la solitudine che il mare m'ispira. Possono esserci persone, amici, amori al mio fianco. Ma prima di tutto c'è lui con me.
Io mi lascio catturare. Certo che non ne soffrirò, anzi continuerò a chiedermi perché non mi trasferisco qui.
Se ricordo mia madre serena è qui, lontana dalla catastrofica convivenza giornaliera cittadina.
E proprio qui vivevo più libero che altrove. Libero dalle aspettative altrui, di essere un po' più come volevo, di osare esprimere quello che mi piaceva.

Di questa magia è fatto il mio mare.

Inviato da iPhone di Melinda

venerdì 8 aprile 2011

TWO vs ONE


Se è vero che la vita da single è MOLTO più comoda della vita con/divisa, -

da single puoi decidere in autonomia il punto di cottura della pasta,
non devi discutere con nessuno su quale programma tv guardare o quale dvd inserire nel lettore,
sei autorizzato a fare tutte le puzze che vuoi sotto le coperte senza dover discutere e/o negare di esserne l'autore,
puoi passare la notte russando fino a prosciugarti la gola senza doverti sorbire il rimbotto mattutino,
hai la possibilità di leggere sempre per primo il giornale e non ti dovrai accontentare di una copia sgualcita da precedente lettura,
puoi far mangiare il criceto al gatto ed inventare che è morto d'infarto sulla ruota,
etc. etc. etc. -

ci sono alcune cose che è ESSENZIALE fare in coppia.

Come per esempio quando sei in cima alla scala per controllare la chiusura superiore di una finestra, ed hai bisogno che qualcuno muova il meccanismo di blocco che, naturalmente, sta a livello del pavimento. Le braccia non arrivano laggiù, paletti appositi per la cosa non ci sono.
Ed allora sei costretto a rinunciare al controllo e tenerti lo spiffero fino all'arrivo del tecnico.
O invitare qualcuno a cena o stabilmente a vivere con te.

C'è dell'altro, lo so.
Di molto più importante del semplice tirare o spingere la maniglia per decidere che in "two is megl che one".

Ma le grandi illuminazioni arrivano di fronte alle banalità.
Buddha non capì parecchio grazie ad una semplice ciotola di legno?

lunedì 4 aprile 2011

VARIABILI DEL WEEK END




Simona Ventura si lancia dall'elicottero e lascia i fans con il fiato sospeso. Pericoloso?
Davvero tanto.
Più pericoloso, in my opinion, apparire senza trucco con la faccia appomellata. Era diversa prima. Tanto. Se questa è la crudeltà del mondo dello spettacolo, mi immagino quella del mondo reale.

Tutto ciò, la sua partenza per l'Honduras, non sfugge praticamente a nessun giornale. Bene.
Anche on-line. Bene.

Peccato che per saper qualcosa di quello che ancora accade in Giappone, se voglio che le notizie in arrivo da lì siano trattate con l'attenzione che meritano, se cerco approfondimenti devo trasferirmi nelle reti tv francesi. O di altri paesi che però io non frequento più di troppo. Sia benedetto il digitale terrestre per questo. E i francesi, che saranno quello che saranno, ancora hanno una stampa che si può fregare di quel nome.
Invasi da un esercito non sappiamo quanto numeroso, di immigrati clandestini che non sappiamo gestire e contenere, "Equandomai!", con la Libia che impone alla nostrana diplomazia degli slalom degni di Thoeni Gustav, con la terza carica dello Stato mandata a stendere da un signor ministro della Repubblica, perché occuparci di quello che giorno dopo giorno diventa il disastro nucleare del secolo?
Ce lo siamo già procurato a soli 11 anni dal suo inizio... Che velocità.

Sbuffo e vado su altro.

Dribblo la Libia, il Giappone, i miei Stati confusionali personali e mi immergo nella ceramica color arancio scoperta da poco e già acquistata. Addirittura già regalata. Il colore dona uno stato di grazia a quel materiale dall'aspetto solido di colonna. Lo alleggerisce donandogli la trasparenza dei tessuti volatili.
Acquisto l'ultimo pezzo della serie insieme ad amici apparsi improvvisamente a dare un senso ad una domenica passata a scappare in macchina e a chiedersi perché e a tornare indietro chiedendosi perché.
Perché basta avere le idee chiare nella vita... Io non le ho a quanto pare. Ma sono fortunato ad avere degli amici che riempiono gli spazi lasciati liberi dalle fughe improvvise della ragione.

Con loro mi dirigo verso la Libbia, il passo che mette in comunicazione la Val Tiberina, Anghiari, con il Casentino e a scendere Arezzo.
Lassù, sul cucuzzolo dalle reminescenze nord africane, il ristorante con uno dei migliori piatti di agnello fritto che il mio palato ricordi. E sì che frequentando tutto quel Medio Oriente di agnello ne dovrei aver sopra i capelli. Ogni tanto si torna per ricordarne i sapori, non avendo cuore di affrontare la frittura in casa. L'odore che ne resta è sempre pestilenziale.

E' quanto meno politicamente scorretto parlare di piatti di agnello con la sanguinaria Pasqua alle porte. Quindi eviterò di dilungarmi.



UFFA


Pochi giorni fa, all'immancabile lezione di yoga, una cara amica dichiarava l'arrivo di 500 tunisini da Lampedusa, raccolti sotto un tendone in uno spiazzo solitamente adibito a circo. I commenti si sono sprecati. Anche le ansie.

Oggi un giornale cittadino dichiara l'arrivo di 50 immigrati da Lampedusa, accolti in strutture della chiesa.

E' solo una questione di zeri. E di spazi.