martedì 29 settembre 2009

VARIE ED EVENTUALI


Post post delle mie brame, chi è il più salame del reame?
Colui che non impara mai come fare le cose al computer o colui che le fa, le fa male e le deve fare due volte - quando va bene - ? Colui che tenta di inserire indirizzi e.mail di persone a cui vuole far arrivare le proprie parole, e che scopre poi di aver cancellato tutto quando ha salvato, o colui che, graziato dalla tecnologia, ce la fa al primo colpo?
Ai posteri l'ardua sentenza, si diceva un tempo quando le frasi fatte non erano quelle dei poeti cantanti attuali - a me quando citano
ragli versi di Vasco Rossi ancora si accappona la pelle - ma io tra i posteri a difendere il mio operato non potrò esserci. Posso solo aggiungere che ci ho messo un bel po' a fare qualche operazione non richiesta se non dal mio ego... no così non rende... EGO, così va meglio, ed ora sperimenterò se l'operazione stessa è riuscita. Per uno che non riesce a spedire dal proprio programma di posta elettronica...
Ah, comunque il salame c'est moi.

Ho prenotato per andare a teatro a Roma con l'immancabile Ros, che da quando ci siamo ritrovati come amici, anche grazie al mio aver smesso di correre qua e là, passa un bel po' di tempo in Italia. Non per merito mio, ma per colpa mia. Spero che chi di dovere non me ne voglia troppo e non mi avveleni il calice del brindisi prossimo venturo: EVVIVA GLI SPOSI!!! Andremo a vedere una commedia con Franca Valeri e passeremo un paio di giorni insieme a Roma. Seguendo l'ultima e più attuale moda, dovremmo prenderci qualche giorno nella città eterna SOLO per fare shopping, ma si sa che sono così naif che alla fine rischierò, rischieremo di venir fagocitati da librerie e addirittura nei buchi neri di un qualche mostra o museo. Orrore! Ma che perdita di tempo! Deprecabile! Antiestetico!...

Bene, la parte becera è stata atterrata con un bel destro, riprendiamo con la parte cretina:

Dicevo andremo a teatro: L'idea iniziale era quella di fare una corsa fino a New York per vedere qualche play on stage al momento, ma confesso che non me la sono sentita ed ho escluso la mia presenza alla cosa. Lui andrà comunque, e fa bene, ma con chi di dovere. La prossima volta, se riuscirò a spolverare dall'armadio la mia parte avventurosa, magari mi lascio trascinare. Per ora compio il piccolo passo di andare fino nella Capitale, per le miglia di chilometri c'è tempo. Pare ieri che mi facevo l'Atlantico quattro, sei volte al mese...

Notte.

sabato 26 settembre 2009

NO FROST




Che dire...
Il libretto delle istruzioni recita che il congelatore non necessita di sbrinamento. Infatti nel pannello di controllo elettronico non esiste nessuna figurina con omino immerso fino alle caviglie nell'acqua alta casalinga e nessun tasto per attivarla o disattivare il solo congelatore. Realizzo quindi che sbrinare è divenuto un verbo obsoleto, inutile, sorpassato dalla nuova tecnologia che blocca il formarsi del ghiaccio, mentre nel contempo non riesce a bloccare lo scioglimento degli iceberg. Come il libretto delle istruzioni della mia bilancia pesa persone elettronica recita che la stessa è in grado di memorizzare per me il peso, la percentuale di grasso corporeo e quella dell'acqua nei tessuti, registrato all'ultimo utilizzo, ma non riesco a farglielo fare... Allora ho ovviato tenendo un blocchetto notes in bagno: lo chiamo il NOTES DELLA DEPRESSIONE.
Ma torniamo al frigo. Allora signori tecnici compilatori di manuali per l'utente, voi che dite che il suddetto coso è un NO FROST, cosa sono questi blocchi gelidi e compatti che si sono formati nei miei cassetti e rendono impossibile il loro scorrimento? Tanto per dire ho già rotto una maniglia del cassetto centrale mentre cercavo, povero illuso, di arrivare a carpire la busta del minestrone surgelato Coop. E' panna montata debordata dalla vaschetta del gelato? Un improvviso fiorire di muffe vetrificate? La vostra coglioneria che si rapprende davanti al freddo dei vostri errori?

Conscio di non avere una risposta, stamani armato di phon, pezze, bacinella e tanta pazienza ho tolto
la panna il ghiaccio dalla superficie delle guide e ci ho messo un paio d'ore. Organizzato come solo un organizzatore si può organizzare, avevo congelato un po' di bottigliette d'acqua da mezzo litro che si sono rivelate essenziali messe tutte attorno al ragù, hai piselli e ai funghi surgelati, per non sfarli scongelare mentre erano stati trasferiti nel vano alto del frigorifero anch'esso spento...

Dopo un po' di tempo ho avuto ragione dell'era glaciale che si era formata e adesso il bimbo marcia a tutto regime. Anzi, marcia molto di meno!
Solo che la tecnologia, anche questa volta, ha disatteso le nostre aspettative: i tempi della mia infanzia, quando ci si preparava allo scongelamento del frigo mangiandoci tutto quello che vi era conservato durante le settimane precedenti, non si sono allontanati affatto.
Unica differenza: l'operazione allora richiedeva molto più tempo perché mia madre non voleva che si usasse il Phon per abbreviare i tempi d'attesa: le avevano detto che rovinava il frigo. E forse non aveva tutti i torti. Ora che non c'è faccio che mi pare.

giovedì 24 settembre 2009

VENDEMMIA







E' curiosa la sensazione di utilità e soddisfazione che si prova dopo un giorno, anche solo mezza giornata di lavoro.
Ormai è quasi un anno che passo con le mani in mano e la depressione è arrivata a duemila. Così in cambio della soperchiatura del pannello solare che adesso marcia a temperature acqua di 70 gradi, grazie all'insolazione di questi giorni, ho fornito manodopera qualificata per la vendemmia. Ho pure mollato una bottiglia di Brunello, ma il favore è stato troppo grande per fare solo scambio di mano d'opera: con me e le mie capacità ridotte da equilibrista-tettista, il suddetto pannello sarebbe rimasto coperto per l'eternità. O almeno fino allo smantellamento. Diciamo che l'alcool fornito in vetro, sostituisce quello che avrei dovuto controllare nel fiato di un professionista del Casentino che mi è stato suggerito, ma che alla fine non ho chiamato: e se mi si presentava alticcio, dopo tutto quel viaggio che facevo, lo rimandavo a casa?

Ho parlato di mano d'opera qualificata perché l'operazione veniva svolta ogni anno anche a casa mia in campagna, tra lo scorno di una gioventù non goduta che reclamava evasione e tempo libero al di fuori degli impegni familiari. Però ci andavo. Arrivavo col muso lungo ma ci andavo, e alla fine la cosa mi ha dato esperienza sul campo - appunto - e tanta allegria.
Le pance piene per i luculliani pranzi che interrompevano l'attività lavorativa sono dettagli marginali... Ora starebbero sul margine dei miei fianchi. Colesterolo e carboidrati a go go. Ah, bei tempi.
Insomma è stato bello e ne sono contento. La giornata è bellissima, peccato si sia risolto tutto in mattinata per mancanza di metratura del vigneto. Per mettermi in pari con la coscienza mi sono proposto anche con un'altra famiglia che ha della terra coltivata e spero davvero che mi chiamino.


L'animo appagato e la depressione latente lasciata da parte mi stanno facendo riconsiderare decisioni prese e sofferte che dal verde della campagna mostrano lati inaspettati. Devo pensare ma con distacco, quindi credo che andare a Firenze dopo il tuo taglio di capelli, mercoledì, cara Igno, sia cosa buona e giusta. Sentiamoci e partiamo all'avventura.


Visto che l'autunno si avvicina a il freddo arriverà comunque mi sono portato avanti con i controlli annuali dei mezzi di riscaldamento. Prosciugherò le finanze? No..... Ma che posso fare? Quindi lo spazzacamino, col quale ho un rapporto strano che passa dal LEI, al TU, per finire al LEI, per poi riscivolare nella confidenza, viene tra due venerdì, mentre per il tecnico - detto tennico - della caldaia murale ci vanno non una ma due settimane di attesa. Meraviglie della modernità e dell'artigianato che non conosce crisi, a quanto pare.

Ora pubblico un ciliegio giapponese e me ne vado ad inglese. A bientot - gli accenti non li ho sulla tastiera e me ne mancano due, lo so! -. Dio come siete precisi!

martedì 22 settembre 2009

SCOPERCHIARE






Arrovellato e anche un po' risentito per l'ultima bravata di Faletti: "Io Sono Dio", mi sono lanciato su un libriccino trovato in super offerta sconto maxi al supermercato, del quale mi incuriosiva il titolo: "Ultime Notizie Dal Letamaio", di tale Ikonnikov.
Preso al volo per: a-prezzo; b-edizione Guanda CUCITA!!!!! ; c-titolo fulminante. Il Russo si lancia in brevi racconti dal sapore sarcastico e crudele, piccoli specchi di un potere ottuso che fino a poco tempo fa pensavamo relegato nelle grandi dittature, ma che, purtroppo, non ci è sconosciuto.
I casi sono due:
1- il potere ottuso non è solo delle grandi dittature;
2- ................. .
Se ho ben capito gli scritti sono ambientati in Siberia... Ricordi Igno quell'idea che avevamo?

Dicevo di Faletti che stavolta mi ha pure irritato. Scrive bene e questo si sa. Scorre, e non è cosa da poco tra i presuntuosi che ci circondano negli scaffali delle librerie. Ma la trama.... Mio Dio la TRAMA! Sembra che ne manchino un po' di pezzi! O i tagli sono stati imposti mal calcolati... O c'era fretta di finirlo. Vorrei rileggerlo ancora per vedere se è meglio di quello che mi è parso al primo impatto; ma posso dargli tale importanza? Ho una vita di volumi da leggere davanti, meglio che mi organizzi, perché ne ho già superato la metà con la lucidità garantita. L'altra metà potrei passarla con la testa ovattata da qualche strano morbo.

Quindi sotto col sovietico e poi si passa a Wallace su consiglio di Titina.

Oggi sono riuscito a farmi scoperchiare il pannello... Eh eh! Ho trovato un gentiluomo che mi è salito sulle tegole e mi ha tolto il telo. Acqua calda a volontà ancora per un mese, grazie alla tecnologia australiana. Ogni estate devo far mettere un telo per limitare l'accesso di luce solare sul collettore, altrimenti il deposito diventa una bomba, colpa del sovradimenzionamento dell'impianto - imposto dalle necessità del momento e che non sono le stesse di adesso -. Ma quando l'irradiazione diminuisce il telo va tolto altrimenti il pannello diventa inutile. Quindi ogni anno mi devo raccomandare, soprattutto da quando il mio muratore personale è partito per altri lidi e ha perso la strada del ritorno. Pare che abbia intrapreso il Cammino di Santiago verso l'eterizzazione passando per la Sicilia continentale, e di quest'indirizzo non ne vuol sapere. L'altr'anno mi ha scoperchiato l'antennista, quest'anno un gentiluomo che si è imbracato a dovere, dimostrando che si può lavorare anche in sicurezza. Grazie Signore.

Maaaaa..... Se è già arrivato il momento di togliersi le drappe, non saremo troppo vicini all'autunno? Oddio, non è che è oggi?

NOOOOOOOOOOOO!!!!!!

Ecco perché ero così depressa! Devo assolutamente fare una lista di buoni proposito per la stagione del magone! E scappare di casa velocemente. Anzi EVACUARLA SUBITO, se non voglio appendermi in serata.
Per i buoni propositi vi faccio sapere.

domenica 20 settembre 2009

VITA DA CITTADINO





Odio il rumore inutile.
E sono anche un po' isterico.
Anzi, sono più isterico di quanto odii il rumore.
No, odio il rumore e mi fa diventare isterico.
Mi spiego.

Oggi pomeriggio, domenica.
Mi siedo comodo comodo sul divano per guardarmi un dvd affittato che mi ero perso al cinema: "Due Partite". Fuori piove ma non fa freddo. Ho le finestre aperte a bascula: mi piace l'aria fresca e non viziata in casa. Non ci fumo, ma gli odori della casa e delle persone che la frequentano a volte mi danno fastidio.
Comunque non è questo il problema. Mi piazzo e do il via alla visione. La commedia pare interessante, le attrici brave, il copione ha dei guizzi interessanti.
Prima interruzione: sale mio nipote a farsi i pop corn al microonde. Suona, entra e si mette a chiacchierare. Lo blocco con un'occhiata assassina e riprendo la visione.
Nel film noto che la Cortellesi è fantastica: disegna il personaggio della donna sposata con un numero di amanti fuori controllo con capacità superbe di caratterista. La Massironi non è da meno. La Ferrari fa la svampita incinta da manuale. La Buy è brava e basta. Le adoro, mi lascio immergere nelle loro chiacchiere sul matrimonio tra mazzi di carte.
Seconda interruzione: sotto casa cominciano a suonare un clacson a ripetizione. Biiip, biiip, biiiip!
Non smettono. Dopo un paio di minuti guardo giù dalla finestra, nessuna scena di emergenza intorno alla macchina ferma, cerco di farmi vedere sbracciandomi. Macché. il tripudio orchestrale va avanti. Tanto sono in piedi chiudo tutte le finestre per vedere di recuperare il silenzio. Macché, manco i doppi vetri... Biiip, biiip, biiip. biiiiiiiiiiiip.
Respiro forte e mi rimetto a vedere il film. La concentrazione è nel paese dei campanelli ormai. Mi scorrono davanti le immagini di un funerale ma non riesco a seguire.
I suoni continuano, sempre gli stessi, sempre la stessa macchina.
Lascio passare altri minuti e alla fine m'incazzo. Infilo ai piedi le infradito e mi faccio quattro piani in discesa a passo di carica. Apro il portone e esco. Apro il cancello e esco. Busso al finestrino e mi rispondono facendo ciao ciao con la manina. Una madre con infante al posto di guida, porc. putt.!
Ribusso e con un gesto chiedo di abbassare il vetro.
La signora apre lo sportello e mi chiede: "Oui?"
Lì m'incazzo.
Se la stronza crede che rispondendomi in francese, è evidentemente magrebina, mi possa scoraggiare a dirle quello che penso ha sbagliato persona. Lo so il francese. E benino. T'è andata male tesorino. Ognuno si difende come può, alzando le barriere linguistiche se può... Bene, lei oggi NON PUO'.
In quattro e quattr'otto le spiattello con padronanza e il garbo rimasto che questa è una città e non è l'aperta campagna. Che il clacson non è un gioco e che sta disturbando gli abitanti di questa strada - me soprattutto. Tenta un balzo d'orgoglio dicendomi tutta incazzata, sempre in francese, che non era lei a suonare ma il bambino. Ma dai! Non l'avevo capito!
Non la faccio neppure finire e le ribatto che quello non è un mio problema, ma SUO: lei è la madre e facesse il suo lavoro di madre.
Volto il deretano e me ne vado.
Non si è udito nessun altro rumore o suono di clacson. Quindici minuti d'orchestra interrotti di colpo. Una carriera da trombettista stroncata sul nascere.


A volte bisogna reagire. Ci si sente meglio.

PS: i fiori primaverili sono per Titina.

sabato 19 settembre 2009

ORMONI E





Mentre dal sito di gay.it viene sparata la notizia che l'atleta Caster Semeya, vincitrice a Berlino di una qualche corsa - scusatemi sono sportivamente ignorante e impreciso - non è solo donna ma ermafrodito, mi domando quanto gli ormoni e i genitali influiscano nella vita pubblica di una persona. Oddio, se questa signorina si ritrova armata di qualche grammo di testosterone in circolo in più rispetto alle avversarie, forse parte con una marcia in più a livello muscolare. O forse sbaglio tutto perché non ne capisco niente di ormoni e potenza muscolare. Fatto sta che tutti i sospetti su questa atleta piallata come un'asse da stiro non sono stati fugati dal servizio fotografico che la ritraevano in pose e abiti femminili, che immagino lei configuri e indossi normalmente. Così, grazie a qualche attributo nascosto in più, la poveretta si trova sbattuta in prima pagina non per merito sportivo... Ma solo grazie a quello. Perché se avesse intrapreso la carriera di parrucchiera, avvocato, chirurgo, nessuno si sarebbe messo a scavare così a fondo nelle sue parti intime. Un errore di valutazione e lo stravolgimento di una vita. Non si sa chi e se ne fosse al corrente, certo che il tutto si rivela una bella batosta.

Ormoni e poco ossigeno al cervello della solita banda di stronzi che stanotte ha nuovamente tentato di dar fuoco alla porta d'ingresso della discoteca romana Qube, mal frequentata da strani individui che cercano di rimorchiarsi e baciarsi tra di loro senza distinzione di sesso, razza e religione, i gay appunto, ma non per questo da tirar giù a colpa di attacchi incendiari. Le pulizie di Pasqua, cari miei, devono aspettare ancora un po': siamo a settembre, vi è sfuggito? O forse volevate spargere nell'aria della Capitale un aromatico profumo di finocchio, come ai tempi dell'inquisizione? Sempre ammesso e non concesso che sappiate che cosa sia l'Inquisizione... Non credo, ma sono pronto a ricredermi. Comunque non è la raffica di domande a cui Carlo Conti sottopone i concorrenti nella fase finale de "L'Eredità". Tanto per fare un nome a caso...

Ormoni in subbuglio quelli dei miei nipoti che si ritrovano due piani sotto il mio, con mamma assente alla ricerca dell'equilibrio: un via vai di tacchi è andato avanti fino alle due di stanotte. Ci sono passato anche io vent'anni fa, spero che loro si divertano di più: i miei non si schiodavano mai di casa. E quando schiodavano lasciavano un mastino a forma di nonna a guardia delle stanze.

Ormoni e politica: quando la smetteremo di sbattere il mostro in prima pagina con la sola faccia del sig. T. , che si è fatto strada a colpi di droga, mazzette e mignotte? In fondo se la droga se la consumava per se, le mazzette e le mignotte dovevano pur essere ricevute da qualcuno. O no? Solo che adesso ogni sia azione viene mostrata nei TG come fine a se stessa: nessun collegamento con facce e nomi altisonanti. Tutto finito. Cancellato. Che strano quest'uomo, ma non s'intristiva a mandare in giro ragazze che ricevevano continuamente porte in faccia? E' il rischio di chi gioca coi potenti: prima o poi la paghi, ma da solo.

Ormoni e il mio gatto: lui ne è a corto, ma si rivela comunque un esserino con le palle. Disturbato dalla presenza della piccola Victoria che lo svegliava con pugni in testa o tirate di coda, ha fatto la Vuitton e se l'è data a gambe fino alla partenza del piccolo Adolf. Due notti in campeggio. Partita la bimba, ha rifatto le scale e si è già piazzato nella cesta. Lo sento da qui che russa. Questo è un esempio di Buddismo applicato alla vita di tutti i giorni: se il nemico è più forte di te, vedi se spostandoti riesci a non vederlo più.

giovedì 17 settembre 2009

DICI 9 E 30





Accudisco la piccola Victoria che dorme, per dare un po' di svago a mamma e papà che sono corsi a fare compere in libertà. Spero che arrivino prima del suo risveglio perché non vorrei trovarmi con un esserino dueenne urlante, che non riesco a prosciugare con baci e coccole.
E' strano: uno passa una vita ad evitare paternità e maternità, poi pare sempre quello di cui fidarsi se c'è da consegnate il figlio. Sarà la faccia. Sarà che alla fine non sono Giro Limoni o la Cianciulli, nessuna saponetta in più al loro arrivo, grazie... Quindi hanno visto giusto.
E mentre la lavastoviglie finisce il suo giro quotidiano, io posto.

Comunico che mi è appena giunto l'ultimo modellino d'aereo acquistato su eBay. Un coro unanime accolse la notizia: "E chi se ne frega?"
Sono grandicello per queste cose, ma me ne frego e vado a vado avanti per la mia strada.
La scoperta delle funzionalità di eBay ha cambiato il mio approccio con questa passione collettoria: prima era riservata ai miei rari spostamenti su Roma, Firenze e Milano. Poi hanno chiuso i negozi che conoscevo a Roma e Milano, dove tra l'altro non vado più, e la mia scelta si doveva limitare all'offerta del negozio di via Cavour. L'internet ha aperto nuovi paesaggi verdi e colline rigogliose alla mia vista e ora ho comprato due volte dall'Inghilterra e una da Trieste. Qui in città non si è mai trovato nulla e forse mai si troverà.
Colleziono principalmente modellini di mezzi dove ho volato lavorando o come passeggero. Vanno bene anche macchine con livree strane come i Jumbo giapponesi coperti di figure di Walt Disney, o quelli New Zeland con le facce dei protagonisti del "Signore degli anelli". Ma principalmente preferisco aerei dove sia entrato almeno una volta all'interno. Stavolta ho preso un DC9-30 su cui ho lavorato solo una volta in tutta la mia passata carriera, ma fu un giro giornaliero così buffo, tra Roma-Trieste-Roma-Tirana-Roma, che ancora me lo ricordo. Era un aereo che dopo pochi giorni sarebbe andato in pensione, soppiantato dai più moderni MD80 da poco in flotta, che differivano dal precedente modello per una maggiore lunghezza, autonomia, confort e una minore rumorosità. Abituato al lusso del lungo raggio quel vecchio mulo mi sembrava l'aereo di Moira Orfei, con delle cappelliere bombatissime e segnali luminosi sparsi in maniera assurda. I vani dei carrelli e box con i viveri per il servizio erano diversi in dimensioni da quelli che conoscevo e tutto quello che portavamo con noi sballottava da una parte all'altra. Nessun intralcio alla sicurezza, ma la comica certezza che tutto era fuori moda. Fu un viaggio nel passato, volato con una collega esperta che mi guidava laddove mi perdevo.
Lo so che il servizio non differisce di molto da un mezzo all'altro - carichi un carrello di cibi e bevande e poi lo servi lungo il corridoio - e che per quanto tu lo possa disegnare strano, un galley ha sempre i soliti spazi da utilizzare; ma lo strano era riuscire a trovare lo cose che non stavano da nessuna parte conosciuta, e cercarlo in una struttura che sembrava disegnata all'inizio dell'aviazione commerciale. Cioè quando gli assistenti di volo facevano la spesa prima di salire a bordo, delle cose da servire ai passeggeri. Mi aspettavo quasi che da uno stipo uscisse fuori un fornellino a gas.
Naturalmente non c'erano fornelli, non c'era il gas e il cibo era arrivato bello e confezionato dal caterer. Il Comandante non fumava la pipa e il Capo Cabina non sedeva su un trono. Ma considerai quell'esperienza quasi un battesimo con quella che era stata l'aviazione commerciale degli albori. Una legittimazione del mio indossare una divisa.
E sì che la produzione di DC9 vide volare il suo primo esemplare nel 1965 e prima di arrivare alla versione 30, che seguì la 10 e la 20, bisogna arrivare agli anni 70. Quindi non sto parlando dello Zeppelin o del Savoia Marchetti - tutta roba sulla quale non ho volato - LOL!!! - però parlo del pezzo più vetusto che volava in compagnia quando ho cominciato io a fare la "trolley dolly" - LOL!!! - e che per me assumeva un sapore di misterioso e mitico.
Dopo quel volo non rividi più quell'aereo: i pochi velivoli che erano rimasti in compagnia vennero venduti e adieu mon ami.
Oggi me ne è arrivato a casa un modellino scala 1:500, il che vuol dire che è più corto del mio mignolo. Pensare che lì dentro stavano fino a 110 passeggeri...

CARTELLO DI MAGGIO


Bel cartello, il prossimo maggio ci organizziamo e dopo aver scelto una categoria, ci andiamo a questa festa in collina, ok?

lunedì 14 settembre 2009

PIOVE




Piove, finalmente, anche in città.

Si lavano i marciapiedi lerci di un'estate e l'aria frizza sulla pelle come a ricordare che la sola stagione dell'anno non è quella del luglio e dell'agosto: lunga, faticosa, screanzata e umidiccia.

Piove e guardo piovere con il gusto di un bambino di fronte ai fenomeni incontrollabili. Mi piace la pioggia. Il suo rumore sulla terra e sull'asfalto, il suo odore che cambia da terreno a terreno, il rumore della mia cisterna di acqua piovana ridotta alla siccità, che pare quello di un lavandino che si svuota. E invece si riempie e garantisce acqua GRATIS alle piante d'appartamento per altri mesi, o forse solo giorni, non so. E mentre in Svizzera si commercializzano con successo cisterne sotterranee per la raccolta della pioggia per tutti gli usi in cui non serve l'acqua potabile - primo lavaggio della lavatrice, annaffiatura prati, scarichi delle toilettes - mio nipote sgrana gli occhi quando gli spiego a che serve quello strano cassone in terrazza. Ha una figlia meravigliosa a cui lascerà il suo futuro, ma profondamente non capisce. O forse è troppo disilluso: lottare così tanto contro il flagello umano che forse l'avrà comunque vinta deve sembrargli uno spreco di energia.

Punti di vista.

Intanto seguendo i consigli del popolare comico, appena finisco le pastiglie di detersivo per la lavastoviglie, il sapone me lo farò da me: vi farò poi sapere se funziona o no. Ma credo di sì, come posso affermare che la pallina piena di ceramica che si ricarica al sole, che sostituisce quasi per intero il detersivo nella lavatrice funziona eccome, contrariamente alle indicazioni degli esperti nostrani. Pagati da chi? Anzi, funziona così tanto che non si riesce più a trovarne in commercio: troppa richiesta di fronte alla produzione. provate nei negozi equo-solidali per credere.

Punti di vista.

Sono ancora qui a chiedermi che fare della mia vita. Le risposte non sono arrivate, e forse arriveranno a breve. "Di necessità, virtù" si diceva un tempo in casa mia. Ora c'è il silenzio e meno male che ho la memoria. Anche se non riesco a ricordare se la biscottiera che ho trovato nello sportello in alto del mobile alto, è una biscottiera che mi è stata regalata durante la ristrutturazione dell'appartamento e appoggiata lì in attesa della fine dei lavori, oppure un regalo che io avevo comprato per qualcuno e mi sono dimenticato di aver fatto... L'età. La distrazione. Le cose fatte senza sentimento.

Punti di vista.

Intanto pubblico una foto con un fiore che ho preso durante una passeggiata sull'Arno, come ricerca per un racconto che dovevo scrivere e che ha preso un'altra piega. Non ci riporterà la primavera ma almeno ce la ricorderà. Se a qualcuno non piace la primavera... pace. Un saluto anche alla formica che è stata immortalata tutta nuda, suo malgrado.


mercoledì 9 settembre 2009

DALLA TERRAZZA




Sulla terrazza del b&b c'è vento fresco e forte. Il cielo si è un po' incupito al tramonto, è la luce che va a riposare. Davanti a me il picco che copre il testro greco, a destra lo Ionio aperto con qualche nave di passaggio che sbuffa di nero, a sinistra le coste della Calabria visibilissime. Stanotte ne vedremo le luci. Dicono che questo tratto di mare sia uno dei più trafficati al mondo. A vederlo così non sembra, anzi, pare spesso quasi deserto. Sarà che nel conto ci mettono pure i traghetti da e per il continente che da qui non si vedono. Domanda: si vedrà da qui lo scempio del ponte prossimo futuro? La promessa di una mente alterata dalla necessità di affari, rovinerà ancor di più questa vista? Avremo, oltre al mare azzurro, campate di cavi e cemeto a distoglierci lo sguardo e il cuore da questa poesia di tetti? Non so dire quello che ci darà il futuro, ma Taormina ormai, è anche troppo raggiungibile. Così raggiungibile durante il giorno da mandrie brutte e vocianti, che la sera mi pare abbastanza deserta. Peccato.

Osservo i volti di chi la vive come un'altra Disney World, che arriva, scatta foto incontrollate, applaude all'uscita dalla chiesa dell'immancabile sposa pomeridiana, e poi risale in enormi autobus che bloccano la circolazione in queste strade strettissime, e se ne va a dormire chissà dove, forse in qualche nave attraccata nella rada di Giardini Naxos. Ma non sta qui. Perdendosi la parte più bella del giorno offerto da questo magnifico gioiello: la notte.

Il giorno con la sua luce forte, a picco, i colori sono quelli della Sicilia tradizionale e la ricerca dell'ombra nasconde alla vista piccoli capolavori archiettonici. La sera invece, messa da parte la fretta di raggiungere la funivia e le sue code per scendere al mare, la passeggiata rallenta e l'aria rilascia i profumi. Tutti quelli immaginabili: i fiori, le cucine dei ristoranti, i sigari fumati ai tavolini all'aperto, le scie di persone indegnamente profumate, e sopra tutti, nelle terrazze che guardano al maere quasi 200 metri più in basso, quello del mare. Azzurro e trasparente durante il giorno, una lastra nera e oleosa di notte di cui non mi è dato sentire i rumori.

Dalla terrazza di piazza IX aprile, nelle notti di eruzione, il vulcano attrae l'attenzione per lo show annuale. Quest'anno se ne sta tranquillo e spento, almeno da qui sembra così.

Non c'è il vulcano in vista ma riesco a scorgere il peduncolo esagerato di un fiore di agave. Non ho mai accettano che rappresentasse l'anteprima spettacolare della sua morte. M'intristisce. La pianta, arrivato il suo momento, spara più in alto che può il bozzolo dei suoi semi, come a spedire il suo splendore carnoso e rigido alla ricerca di terreni diversi. E mentre lei marcisce, lì vicino, ma non troppo, rinasceranno altri piccoli germogli a coprire la terra dal sole e dal caldo.

Nessuna terra come questa mi richiama la durezza della vita e la sua capacità di rigenerarsi altre l'uomo e le sue sciocchezze. E mi tocca il cuore in profondità, anche se come per Tiziano Terzani il Giappone, credo che non la capirò mai, pur avendone sposato un germoglio spinoso. Rimarrà sempre un po' non detta, autocelebrandosi nell'orgoglio del suo segreto. E per chi vuole ad ogni costo capire, resta la consolazione dell'omaggio della sua bellezza ruvida e scontrosa. E della sua gente assolutamente inadatta all'ospitalità del viandante, perfetta per accogliere chi appartiene al gruppo, anche se non nato qui. Te ne rendi conto anche prendendo un caffè nel bar vicino casa: sei accolto da chi il mondo lo vede passare forse sperando che si tolga dalle scatole il prima possibile. L'orgoglio di essere una città indipendentemente dal turista di passaggio pervade gli sguardi sfuggenti. Il palcoscenico che ci regalano ripaga però ogni gesto distaccato. E' un posto magico, mi auguro che riescano a conservarlo tale. Per questo rimpiango la mia vecchia pensione che me l'ha fatta scoprire che adesso non c'è più, rimpiangerò il "mio" ristorante "U lantirnaru" che a fine anno lascerà il posto ad un grande albergo, i caffè che chiudono per le vetrine delle grandi firme frequentate da russi brutti e danarosi - le lei secche e bionde, i lui panzuti e in infradito - i negozi di ceramiche sempre più vuoti e sforniti. Tutto cambia. Anche la presenza omosessuale mi pare meno numerosa: poche le coppie individuabili, nessuna che si tiene per meno come un tempo. L'isola felice sta cambiando la fauna centenaria.

Nel frattempo che pesto sui tasti sta scendendo la sera. Non è poesia spicciola, ma vedo un'ultima vela bianca che si dirige verso la osta e la prima luce che si è accesa in Calabria. Anzi due.Tre. Ceneremo in terrazza, poi passeggeremo per il corso.


domenica 6 settembre 2009

ON MY WAY




Prima di andare a letto, la valigia fatta, la casa quasi completamente pronta al mio abbandono, buoni propositi:
1-di non essere triste quando le temperature cambiano: non posso controllare il caldo afoso, perché dovrei poter controllare il gelo repentino? Del resto tutto cambia, anche nella vita. Perché le stagioni dovrebbero essere diverse?
2-sorridere alla vita e al mare e alla luna quasi piena che mi si prospetta domani: in fondo il mare mi ha sempre dato quello stimolo a vedere la vita più rosa. Nella prossima vita voglio rinascere pesce... o Sirenetta. Ma se proprio non è possibile, straricco da comperare una casa al mare. Con terrazza.
3-spengere immediatamente quella lampada profumante, altrimenti mi intossico.
4-lasciare che Taormina compia la sua magia, dimenticare le persone che laggiù non ci sono più -ciao zia Genoveffa- e godersi le pietre, il calore che emanano la sera dopo una giornata di sole.
5-lasciare una dose doppia di cibo al gatto che tanto di fame non muore perché c'è la matrigna, nel senso di mamma sostituta, quella buona, non quella di Cenerentola, che se ne prenderà cura. Ma comunque mettere fuori la ciotola.
6-raggruppare forza, coraggio, rabbia e delusioni e mettere le sacco solo quello che serve. Usare quello che ho portato e dimenticarmi di quello che ho lasciato.
7-no, la macchina fotografica non la porto, ho migliaia di foto della Sicilia, adesso basta!!!
8-ricordarsi che il mondo è rotondo e gira su se stesso: prima o poi tutto passa di qui... allora perché mi sposto?
9-a piacere, che so, magari sognare un campo di girasoli o una pianura verde. Va bene anche un laghetto per la pesca sportiva.
10-spengere il computer, farsi una bella dormita e domani alle 4 mettersi in viaggio per Fiumicino, che sennò dormo solo 2 ore. Baci.


sabato 5 settembre 2009

LUCCHETTI


Come si può vedere da queste due foto, la mania lanciata dallo scrittore italiano Federico Moccia nel libro "Ho voglia di te", quella cioè di attaccare romantici lucchetti ad un qualunque ponte e gettarne le chiavi nel fiume, a simboleggiare l'eternità di un amore appena dichiarato, o appena raggiunto dalla moda del momento, vive anche nella teutonica Colonia. Lì, dove tira un'aria ben diversa riguardo a matrimoni e unioni omosessuali, si possono trovare con facilità lucchetti come quello sopra, e altri, forse un po' più complicati da capire... Come questo qui sotto, dove i nomi apposti sono 4 e le fedi aggiunte 3...


Pur trovandola un'idea divertente e che forse un giorno mi piacerebbe condividere, credo che ci sia un limite alla qualità del ponte a cui si attaccano i lucchetti. Quindi, reazionario che non sono altro, non sono stato affatto dispiaciuto dalla decisione dei commercianti di far rimuovere a proprie spese quelli da Ponte Vecchio - a. d. 1345 - posti nella cancellata al monumento al Cellini, definiti in un comunicato del Verdi: "ferraglia". Posto romantico per antonomasia, ma se la memoria non m'inganna, anche uno dei punti focali della bellezza fiorentina. Ed i lucchetti di per se non sono poi così belli. E' belli il gesto, l'intenzione, la promessa, non l'oggetto in se. C'era stata anche a proposta di costruire un "albero dell'amore" nei pressi per consentire a chi volesse farlo comunque, di attaccare il simbolo del proprio amore e poter gettare le chiavi sul fiume, ma non so se l'iniziativa ha avuto un seguito dopo la proposta.
Sì, lo ammetto: penso che ci siano ponti di serie A e di serie B. E naturalmente Ponte Vecchio lo eleggo da solo nella serie A. Tutti i ponti uniscono, quindi tutti i ponti nascono da un'idea meravigliosa, così bella che sono finiti nella carta moneta dei nostri amati Euri. Ma visto che quello in oggetto sta su da quasi 700 anni, e sicuramente durerà più a lungo di quello fantasma sullo stretto di Messina... non appesantiamolo troppo, grazie.
Quasi derisorio il tempo che passa, poi rende giustizia da solo anche a questi costumi: correggetemi se sbaglio, ma lì dove la moda è nata, a Ponte Milvio uno dei lampioni di più carico di lucchetti, ingrassato come un hot dog da catene e catene, non è crollato sotto il peso degli anni, dell'incuria e dello stesso catename aggiunti?
C'è da dire che il Sig. Moccia non può che essere contento del seguito di cui godono i suoi scritti. Così famoso e ascoltato spero si prodighi anche in campagne di sensibilizzazione sociale.

Comunque io parlo, parlo, parlo, ma un giorno un lucchetto voglio chiuderlo anche io, e voglio gettare le chiavi nel letto del fiume. Non importa che sia Arno, Tevere, Po o Danubio. Ma voglio farlo. Anche scrivendoci solo il mio nome, come Carrie Bradshow che per riavere le sue Manolo rubate, annuncia il matrimonio con se stessa e apre la lista di nozze alla boutique Blahnik.
La senilità riavvicina all'adolescenza, la senescenza all'infanzia. In che fase sono?

MODI DI DIRE


"SEI CADUTO DAL LETTO DA BAMBINO" = sei così scemo che devi per forza aver subito traumi fisici da piccolo.
PUTUPUF !!!!! Giù dal letto!
Estratto da articolo di un quotidiano locale di oggi: Nel cuore della notte di qualche giorno fa, gira che ti rigira, mentre la mente era agitata da sogni di omicidi, crolli di abitazioni e distruzioni varie ed eventuali, che manco Gengis Khan riusciva a progettare, si apprende che Melinda è capitombolata giù dal letto. Il cuore si è fermato un attimo per la sorpresa, poi raccolte le ossa accatastate tra comodino e talamo, risalita faticosamente sul materasso che in lattice non è, non ha potuto fare a meno di mettersi a ridere fragorosamente. Erano le tre del mattino e la notizia ci giunge dal vicinato infastidito allo scoccodio insopportabile. Non è stata presentata nessuna denuncia per schiamazzi notturni alle autorità competenti. Il fatto giunge a conferma di uno stato psicologico alterato di cui si mormora la blogger soffra da alcuni mesi, causato da vicissitudini varie e cui pare da sola non riesca a porre rimedio.
Consultato il dott. Paperon De Paperoni, conferma che "lo stato di agitazione notturna potrebbe essere il preludio ad una catarsi dello stress emotivo a cui pare sottoposto il soggetto", e aggiunge "Se non si interviene con prontezza, esperienza e farmacologia adeguata, l'aggravarsi della situazione potrebbe avvenire nel giro di pochi giorni, addirittura poche ore".
Consultata al telefono mentre stava per partire per una nuova vacanza, Melinda dichiara: "Ma dde che! C'ho ancora tutte le chiappe livide... Avevo solo mangiato pesante".

"MAIALI ALL'UVA" = di chi fa danni incalcolabili per ingordigia, voglia di accaparrare e poca grazia.
Ho dovuto fare parecchie volte la stessa domanda a parecchie persone diverse. La voglia di comprendere il significato del titolo dello spettacolo messo in scena dalla compagnia comico/satirica "Avanzi di Balera", non mi dava altre possibilità. Ho cercato un significato anche nel loro sito internette, e non avendolo trovato, sono finalmente riuscito ad avere una spiegazione che mi pare abbastanza in linea con il manifesto esposto in tutte e quattro le vallate Aretine. Propongo quello scritto sopra e ringrazio chi me lo ha fornito.
Lo spettacolo transiterà per la città mentre io non ci sarò, ma mi ripropongo di inseguirlo in altre date non appena a casa.

mercoledì 2 settembre 2009

CALORE



Due parole poi giuro che vado a letto, altrimenti non mi addormento mai prima delle due del mattino e poi la mattina ci vuole il montacarichi per tirarmi giù dal letto. E domani mattina mi tocca la bici anti pancia.
Prima di tutto do il benvenuto ad un nuovo lettore a cui, preso il coraggio a due mani, ho dato il link a questo blog: Ros. Lo chiamerò persona informata dei fatti. Sa tutto, è informato su tutto e soprattutto, come le altre persone che si avventurano su queste righe, è mio amico. Un altro!? Sembra un circolino.... Ma a Melinda piace così.

Poi, comunico formalmente che io e il ferro da stiro non ci frequenteremo fino al decesso per vecchiaia dell'estate: stasera mi sono sorbito altre due ore di CALORE e pensavo di sciogliermi sulla tavola da stiro. E pensare che mi ero pure posizionato in un punto strategico della casa dove tira un'irresistibile corrente d'aria manco tanto calda. Ma non è bastato. Così alla sudata di ieri sera si è aggiunta quella di stasera. Ho sconfitto un armadio quasi pieno di capi multicolori solo perché non c'erano camicie, altrimenti sai quando finivo? Ho caricato l'acqua per il vapore non so quante volte, e ad ogni sbuffata pensavo di svenire. Non bastava l'afa che arrivava da fuori: mi ero messo a produrla in prima persona!!!! Vuoi un consiglio Melinda? Cambia vita.
Mano a mano che il cumulo scendeva da una parte e saliva dall'altra, il mio morale sprofondava nella depressione. Avrei dovuto esserne contento, ma la sofferenza termica era troppo alta. Ad un certo punto mi sono pure fatto un goccetto per tirami su,accompagnato da una fettina di pecorino, snack d'alcolista, ma la fregola alcolica non ha affatto aumentati i giri del mio ritmo: anzi!
Da bravo economo ho evitato di stirare tutto quello che indosso in casa. Ho dato colpi veloci agli stracci per strofinare - se non li livello non mi entrano nello scaffale, porca miseria - ma le brache estive, le magliette di cotone centrifugate e tutte sgualcite si devono stirare, cavolo. Tanto più che di alcune cose avrò bisogno a Taormina... Dimenticavo, la prossima settimana passo qualche giorno al mare, o a riposo in città, comunque giù in provincia di Messina.
Alla fine di quella maratona mi sono schiantato sul divano e ho infilato la vedeocassetta di "Bolle di sapone" per rilassarmi con qualche risata. Copione geniale, doppiaggio in italiano letale.
Comunque, ribadisco, abbasso il ferro fino a settembre. Se non mi volete vedere sgualcito evitate di invitarmi. Ma se lo fate magari faccio un'eccezione....

martedì 1 settembre 2009

SORPRESA !!!!



Allacabulamencicabulabidibibodibibù,
fa la magia tutto quel che vuoi tu,
bidibibodibibù!
TIE' !
Sono SCOMPARSI. Quaaanto mi dispiace!?!?!?!
Da uno a 100... meno 100. Anzi, spero che li abbiano radiati dall'albo.
Ma non chiediamo troppo cara Melinda. Basta questo. Accontentati una volta nella vita.
Ora posso andare a nanna più felice!!!
TIE' ! TIE' !
Nel tutto che non funziona almeno questa ha funzionato, così il fan club di Svastipezzodimerda è scomparso da faccialibro.
Ma quanto mi dispiace?
Non mi metto a bere solo perché è tardi e poi non dormo se sono un po' brillo, ma consideratelo fatto.
TIE' ! TIE' ! TIE' !
Visto "finocchiacci" e gente per bene che qualcosa si può fare? Poco? Meglio che niente, non credete? Per le grandi cose lasciamo fare i grandi uomini - dove sono????? - io mi accontento delle piccole cose perché sono alla mia portata.


Delusione porno. Per un compleanno ho regalato un vecchissimo porno di Joe D'Amato ad un amico, pensando che fosse uno di quei porno-soft d'annata su cui, armati di una bella ironia, si potessero fare parecchie ghignate. Il DVD si è rivelato un vero porno. Ma proprio un porno porno! Su cui certamente ghignare per battute, scene, inquadrature, interpretazione dei dialoghi, espressività dei protagonisti, abiti di scena (?), trucco e chi più ne ha più ne metta. Ma veramente... un porno. Non sapevo se scusarmi col destinatario del pensiero, poi ho visto che il dono è stato gradito più del vero regalo di cui il disco era un "rinforzino" e oggi sono andato a comprare anche l'altro DVD che faceva parte della serie. L'ho guardato ed ho rischiato la catalessi... Proprio questo che dal titolo prometteva fuoco e botti di capodanno: un porno-soft brutto, ma così brutto che non ti viene neppure da ridere. Da ridere invece sono gli extra che comprendono scene... dell'altro film!